Friday 16 September 2016

Safir Nòu - "Groundless" (La bèl 036)

"Safir Nòu (Antonio Firinu) is a composer, guitarist and accordionist. The music collected in the album Groundless could be identified as “total music”, influenced by different styles and genres, from world music to post-rock to jazz. The sounds and the melodies bring the listener to an ethereal and hypnotic dimension, which is the “groundless” dimension indeed. The Album has been produced between Italy (Cagliari), Spain (Leon) and the Netherlands (Amsterdam)." (Text from release page)

Un graduale risveglio, i sensi che ad uno ad uno, tenendosi per mano, si riappropriano del mondo circostante. Ed è la chitarra di Antonio Firinu ad accompagnarmi in questa delicata estasi sonora. Musica che respira, che si prende le giuste pause, con gli strumenti che si scambiano carezze aggraziate, si guardano negli occhi e beneficiano dei silenzi per riprendere il loro intimo rapporto con maggior intensità. C'è sentimento, c'è grazia, c'è un segreto desiderio di riappacificarsi con un mondo che sta premendo sull'acceleratore con gli occhi chiusi. Ci sono esperienza e capacità di ascolto, la rara abilità di utilizzare ritmiche inusuali (5/8, 7/8) con semplicità ed eleganza. La musica di Safir Nòu cavalca l'aria, adagiandosi su brezze primaverili, sorridendo alla bellezza che la natura ogni giorno ci regala senza avere nulla in cambio. Ma c'è anche tensione, sottile, quasi impercettibile, come quella delle corde degli strumenti suonati. Ci sono i colori di un mare invernale, ponte immateriale di congiunzione tra terra e cielo, finalmente adagiato in quella silenziosità che gli appartiene. E in questo mare, su di una piccola isola, uno strumento prega l'universo, prega per la bellezza che l'uomo, figlio corrotto della natura, volendo sa creare. Bellezza universale, come quello che "Groundless" rappresenta. Musica che non ha una connotazione geografica, ma che si armonizza con il respiro della terra e dell'universo, scansando le abusate malignità che ogni giorno vengono esposte gratuitamente dai media. La filosofia del donare bellezza per ricevere bellezza, per migliorare un'umanità viziata e soggiogata da un sistema economico invadente. La musica di Safir Nòu è un morbido volare, un abbandono ai sensi, un amorevole lasciarsi cullare spogliandosi delle brutture e le cattiverie che ogni giorno incrociamo, volontariamente o involontariamente. Senza tempo.


Antonio Firinu (Safir Nòu)



Artist: Safir Nòu (SC)
Title: Groundless
Label: La bèl
Style: acoustic, guitar, neo-classical
Date: September 09, 2016







Tuesday 13 September 2016

Damn Robot! - "Derp" (Hawk Moon Records 020)

"Damn Robot!’s “Derp” is a bright, bold and beautiful work. With post-rock leanings, it has a flexibility that feels reminiscent of Mogwai’s early work. A sense of optimism permeates the collection. Fully realized the song’s drift by in an iridescent display of colors. Over the course of “Derp” Damn Robot! creates a wordless narrative of sorts. By navigating vast seas of sound Damn Robot! presents a kaleidoscopic array of sounds. Effortlessly bringing samples into a mix of classical, rock, with shades of ambient the collection comes straight from the heart." (Text by Beach Slot)

Perché non ti fermi? Così, improvvisamente, un piccolo scherzo, senza avvertire? Non sarebbe nè triste nè divertente. Sarebbe e basta. Guardo alle lotte impossibili con freddo distacco. Tutto c'è e non c'è, sorprendentemente insignificante. Tutta questa ossessionante smania a dover lasciare su questo inquinato terreno un'impronta, un assurdo segno del nostro passaggio. Lottare, sopravvivere, vivere, illudendosi con amarezza della nostra inutile presenza. Damn Robot 2016. Un po' di spazio, inteso come quella sostanza buia e misteriosa oltre la nostra atmosfera. Ma anche un po' di affascinante intimità da cameretta che si lascia sedurre facilmente da echeggianti ritmicità elettrificate. Centinaia di immagini che scorrono rapide di fronte ad un buio tenebroso. Tutto può essere dimenticato in un istante. Tutto può essere, in alternativa ad un galleggiamento imposto. Quello sporco rifugio del fare, quella logorante malattia del dover assolutamente terminare qualcosa, ingannandosi consapevolmente sulla reale importanza di quel qualcosa o, in alternativa, alla reale importanza della reale importanza.


Damn Robot!




Artist: Damn Robot! (SC)
Title: Derp
Label: Hawk Moon Records
Style: post-rock, electronic, ambient
Date: August 22, 2016




Saturday 3 September 2016

ELYA – “Glaciers” (La bèl 035)

"This work is a consequence of one year of traveling across continents. Glaciers was recorded and conceived between Peru, Sardinia and Istanbul. Elia Casu has a degree in Jazz Guitar from the Conservatorio di Cagliari in Sardinia, and a Masters in New Musical Languages in Siena, Tuscany. He founded a modern music academy in Sardinia (IT) and has been an improviser and teacher from the age of 18. In 2015 he moved to Peru and began working as sound designer and composer for a media production company. Now he’s living in Istanbul. He has played all across Italy and Europe as a member of the bands OnGaku2, PER, Takoma, Nick Rivera and Rural Electrification Orchestra. He is prolific writer with over 20 albums under his belt." (text from release page)

Cicale elettroniche cantano ritmicamente e allegramente in distese indisturbate mentre chitarre irriconoscibili tracciano melodie vagamente profumate di spezie mediterranee. Sonorità ritmiche completamente reinventate si intrecciano con brevi break da videogame a due spanne dal game over. Pattern di batteria che vengono piegati e stropicciati su semplici melodie di tastiere che a volte mettono tenerezza, per poi essere aggredite sorprendentemente da chitarre filtrate e quasi irriconoscibili, forse uno dei fiori all'occhiello di "Glaciers". L'uso delle ritmiche rimanda ad un altro degli artisti di punta di casa La bèl, tal Menion Stefano Ferrari, da poco uscito anche lui con un progetto lontano dai suoi lavori precedenti intitolato "Behind a Shadow". Attraverso i suoi viaggi Elia Casu si reinventa come compositore ambient-elettronico dai risultati brillanti. L'album,  che inizialmente avrebbe dovuto essere pubblicato in due parti, si divide nettamente a metà. La prima con tre tracce dall'andamento frizzante e quasi giocoso e la seconda in cui le tre tracce rimanenti sprofondano in zone ambientali più riflessive e toccanti dove probabilmente escono maggiormente le sensazioni avute visitando luoghi desertici e senza dubbio più vicini ad un sentimento mistico. Con Pastoruri si ha la sensazione di volare al rallenty ad un metro dal terreno, facendosi regalo di ogni sfumatura che il mondo ci dona in ogni attimo. Glaciers è natura, senza dubbio a modo suo, ma in ogni traccia sento il profumo di terra dimenticata, di liquidi ribelli e vegetazione nascosta dietro ad un impercettibile movimento.



ELYA (Elia Casu)



Artist: ELYA (SC)
Title: Glaciers
Label: La bèl
Style: electronic, ambient, experimental
Date: July 14, 2016







Friday 2 September 2016

Martino Dessi - "Distance" (self released)

Martino Dessi is an italian musician active both as a sideman and as leader in projects that include Jazz, rock, gipsy swing and avant-garde music. He honed his skills as a performer studying at Palestrina Conservatory (Cagliari, Italy), the Lithuanian Academy of Music and Theater (Vilnius) and the City College of New York, majoring in Jazz Performance. In 2013 he starts to collaborate with violinist Ernesto Llorens, with whom he plays extensively in New York and in Spain. In 2015 he takes part to the 100 guitar orchestra led by composer Glenn Branca, and plays at the debut of Branca's Symphony n.16 Orgasm at the Philarmonie de Paris. His latest project, Distance, is an album of original songs that draw from Jazz, Rock and electronic music worlds, written between Paris and New York, recorded in Sardinia (Italy) and entirely self-produced. 

piccoli accorgimenti su un accordo. gommosità elastiche finto dance. forse un estate del 83. tra luci ed ombre provocate da foglie in movimento. cassa in 4 e poi dimezzamento di tempo...ma com'è gustoso questo sound!  e poi c'è la chitarra di Martino Dessi che ti parla e ti racconta le sue piccole storie. bei racconti ubriachi di jazz. note che scivolano su ventilate stagioni intermedie, con un suono che non ama cambiare ma che sa parlare, che ha la capacità di descrivere con lieve delicatezza paesaggi sonori disegnati a matita. l'afoso ricordo di estati infantili si tramuta in poesia dal gusto semi dolce. È un suono che profuma natura, che sorvola su piccole foglie di siepi, si appoggia su fiori succhiati avidamente da api ingorde. labbra lineari che non hanno più emozioni da ingoiare giocano a biliardo in un anonima sala d'aspetto. accenti così diversi che solo la musica potrebbe unire...ma i discorsi della chitarra di Dessi, che a me sembrano così universali, so che in realtà non lo sono e questo un po' mi rattrista. gusti, cultura, educazione all'ascolto. Ma fortunatamente su tutto domina la preziosa convinzione che la bellezza rimane, luminosa, inattaccabile. a volte preferisce restare in ombra per poi riemergere più esplosiva di prima. La chitarra e la musica di Dessi sono per me una delle svariate descrizioni della bellezza. nitida. chiara. onesta.


Martino Dessi


Artist: Martino Dessi (Official site)
Title: Distance
Label: self released
Style: jazz, guitar, impro
Date: June 15, 2016