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Monday, 29 April 2013

OHO - "9th Pawn" (self released)

"We met in India in Fall 2010 [Aurore/singer and Paul/instruments], and recorded our first song, Free Electron, in a tiny Indian recording studio. When we came back in different cities of Europe, we kept writing songs and shared them by email, so we decided to start a recording project ourselves. Aurore wrote the lyrics and melody of most songs a-capella while she was in India. Then Paul added to this voice all sorts of instruments (guitar, organ, bass, trumpet, percussions, xylophone...), to built grooves and atmospheres that this voice brings to his mind. This creation process also works the other way around! Paul's instruments are a source of inspiration for Aurore, who likes to layer lyrics and melodies as we play the songs...In summer 2011, we recorded and produced our first EP « Land of the Happy » in Paul's home-studio in Paris." (Words from OHO's biography on Facebook page)

"Someday, you say, I'll be my own example"...così termina la stupenda title-track del secondo album firmato OHO, duo composto dal poli-strumentista Paul e dalla vocalist Aurore. Sei tracce morbide e curate minuziosamente in ogni singolo aspetto. Lievi sfumature anni 70 collocate su leggiadre basi ritmiche pop elettroniche, accompagnate puntualmente da sinuose linee di basso. Liriche che raccontano di profughi, di furbe stelle che ci prendono in giro e farcite da brevi interventi di flauti, armoniche ed organi. L'alternanza delle voci di Paul e Aurore conferiscono varietà ai brani, spesso supportati da arpeggi di chitarra che insaporiscono i brani di spezie folktronike. A volte affiorano atmosfere cool primi anni 80 (soprattutto Everything but the girl) ma rielaborate sotto le luci del nuovo millennio. "Get ready with the prize. Now it won't take too long". Ne sono convinto. Questo pop raffinato merita sicuramente più di un premio. Disponibile in free download fino al 2 Maggio nella pagina Bandcamp del duo.


OHO 





Artist: OHO
Title: 9th Pawn
Label: self released
Style: trip-hop, folktronica
Date: April 18, 2013







Saturday, 27 April 2013

Umin – "Voulo EP" (BadPanda 198)

"Umin is a solo music project by Kevin Poole started in 2007: electronic sounds, samples, live looping, baritone ukulele from deep in the heart of Covington, Kentucky USA.
Voulo EP is featuring remixes by Melodium, K-Conjog and ilkae." (Words from Bad Panda press release)

Faccio fatica a trovare una collocazione per questa musica che sa abbracciare con vivacità contaminazioni world, elementi elettronici ed acustici. Potrebbe essere considerata una fusion moderna, lontana però dagli esibizionismi tecnici anni 90. Dominata da un ukulele baritono, sapientemente effettato, innaffiature elettroniche ben dosate e strutture che si muovono libere senza porsi troppe domande. "Voulo EP" di Umin, progetto solitario di Kevin Poole, risplende per originalità e ha le sembianze di un insetto felicemente svolazzante tra verdi prati primaverili. Un continuo posarsi di fiore in fiore assaporandone tutti i sapori, catturandone i colori per poi disseminarli nel cielo creando arcobaleni sonori. Umin possiede una piccola borsa da prestigiatore musicale e mi delizia l'ascolto con le sue accattivanti invenzioni. Traiettorie che sembrano improvvisate ma che acquistano un senso ad un livello emozionale (Tesil). La title track mi ricorda un certo Steve Vai in preda a desideri sperimentali. Superba creazione. Tre minuti di fantasia raffinata. Un lieto svolazzare aggrappato alle antenne di un lepidottero. Tre tracce più altrettanti remix curati da Melodium, K-Conjog and ilkae rilasciati dall'inarrestabile Bad Panda.

Umin (Kevin Poole)

Artist: Umin
Title: Voulo EP
Label: Bad Panda
Style: electronic, samples,
Date: April 25, 2013






Thursday, 25 April 2013

Doprah - "Stranger People​/​Whatever You Want" (self released)

"Take a trip to New Zealand Trip-hop land, where the mood is sexual and the sounds are wet. The tracks by Doprah are purely prickly and make us all hot and bothered beneath the waistline. The Primal bass lines contradict gently the soft and celestial melody to create a vibe filled with intent. The contrast leads to a wide and resonating sound. Very very dope. A must listen, malevolently dulcet."

Doprah è il nome dell'interessante progetto creato da Steven John Marr e Indi Force, duo proveniente dalla Nuova Zelanda. "Stranger People​/​Whatever You Want" è il singolo in free download che precede l'album "Wasting", in uscita a breve. Le influenze trip-hop bristoliane anni 90 sono evidenti, ma ciò non toglie bellezza e fascino a queste due tracce. "Stranger People" si muove su una ritmica sinuosa, che fa d'appoggio ai seducenti impasti vocali del duo. Un refrain che si imprime facilmente nella memoria, dalla melodia malinconica e sofferente, con echi che si dissolvono tra l'umidità di vegetazioni tropicali. "Whatever You Want" mantiene una morbidosità ritmica felina, con voci trattate da effetti e la presenza, anche in questo caso, di un refrain azzeccato, che ben presto ci si ritrova a cantare in coro tra le strade intasate di una città che rientra dal lavoro. Ottimo esordio.

Artist: Doprah (FB)
Title: Stranger People​/​Whatever You Want
Label: self released
Style: trip-hop, electronic
Date: March 31, 2013


Monday, 22 April 2013

- - "Fuga" (element perspective 127)

"After all, the hole is open to imagine how we can interpret, I can not get to the answer. Into a mixture of order and the reality in the "delusion" and "nightmare". We are lured into the labyrinth with no exit..." 
(Words from press release)

Code di pianoforte in stanze bianche senza pareti come code di lucertole spezzate nei loro ultimi nervosi movimenti. Le cinture sono allacciate, anche perchè il viaggio si prospetta piuttosto lungo e stimolante. Atomi sorridenti mi salutano dall'esterno di un oblò lievemente rigato. Brandelli di pagine di teorie gravitazionali svolazzano nello spazio, disertando le immense discariche cosmiche. Proseguo il viaggio graffiando l'astronave con le briciole luminose di un gigante insaziabile domiciliato in masse sferiche non rotanti. Letargiche espansioni accrescono lentamente la solitudine degli elementi. Rarefazione, assenza di peso, attenuazione della luminosità, movimenti talmente lenti da rasentare l'immobilità. Forze intermolecolari in allontanamento, residui metallici stranamente galleggianti in liquidi ribollenti. La terra è così lontana oramai, ma fortunatamente ho portato con me una minuscola memoria capiente che raccoglie buona parte dei suoi meravigliosi suoni, che lentamente mi fanno annegare in una completa sensazione di solitudine e nostalgia, consapevole del fatto che non ci sarà ritorno.

Artist: -
Title: Fuga
Label: element perspective
Style: ambient, electronic
Date: April 19, 2013


Saturday, 20 April 2013

Walter Salin - 13 Improvvisi brevi (Parafonica 010/AlchEmistica 009)

"Original compositions for guitar dedicated to the Italian guitar player, Elena Padovani. A short sound painting to remember the art and the didactics of this artist, one of the first and most estimated Segoviaâs students. So the author says about his work: I worked thinking about the possibility to concentrate in 16 minutes of music some of the human and artistic Elena Padovaniâs characteristics, the artist who I have worked and studied for 9 years. This trying to translate into sounds and words her female personality, linked with the most significant guitar tradition but at the same time able to look beyond the borders. The guitar player always remains the only one who can take out from his instrument music which fits at its best for the guitar, avoiding too many forcings and blunders. Andres Segovia, Maria Luisa Anido and Leo Brouwer are the highest example of it. Composing these 13 Short Improvvisi (my No. 4 work) I used the Toccata technique, almost improvising, a kind of dialogue between hands-keyboard and strings: some times with little caresses come out almost by chance while searching for an effect, other times starting from a short sound project, almost an easy singing to amplify with other elements later. A tiny game to talk about Elena." (Words from Parafonica/AlchEmistica press release)

E' così semplice. Rilassare le palpebre  e permettere così che l'oscurità renda protagonista assoluto il suono. Un unico suono. Quello della chitarra di Walter Salin, allievo della prestigiosa chitarrista  Elena Padovani a cui è dedicato questo lavoro. Release congiunta di due netlabels italiane a me care, Parafonica e AlchEmistica, "13 Improvvisi brevi" mi accompagna per mano in zone incontaminate dell'anima. Una passeggiata amichevole, al riparo da frenesie divoratrici metropolitane. Una mano che trova il perfetto punto d'incontro sulla spalla, due sguardi che s'incontrano abbattendo le quotidiane distanze di sicurezza. Montagne russe acustiche, tra le estenuanti tensioni della risalita e le inebrianti liberazioni della discesa. Una chitarra che comunica stati d'animo, che racconta i brevi percorsi di gocce che scivolano improvvisamente da vetri appannati. Un'eccellente tecnica che fortunatamente non è fine a se stessa ma che funge da supporto alle doti espressive del musicista trentino. Un album meditativo, che richiede un approccio trasparente, liberato dalle innumerevoli ed inutili zavorre quotidiane.

Walter Salin



Artist: Walter Salin
Title: 13 Improvvisi brevi
Label: Parafonica / AlchEmistica
Style: guitar, classic, impro
Date: April 06, 2013

Wednesday, 17 April 2013

SLIGHT - "Melodion" (self released)

"SLIGHT is a swirling psychedelic pop krautrock project from Montreal."

Un bel basso morbido e ovattato apre il sipario per questo EP di tre tracce firmato SLIGHT, band proveniente da Montreal. Si intravedono personaggi in stile prog e kraut-rock vestiti con abiti dalle tinte tenui e con la totale assenza di elementi estremi. Si sorride alla fotocamera mentre si saltella da una nuvola all'altra, naturalmente con la moviola inserita. Appesa al muro c'è una lista di nomi del passato scritta con un pennarello dalla tinta troppo chiara per evidenziarsi sulla superficie biancastra. Ma poco importa, la mia percezione rimane così vergine e incontaminata, imbevuta in un trasparente liquido onirico. Il podio più alto spetta a "Edison", che in un primo momento lascia intravedere il Ragazzo A nascondersi ingenuamente dietro ad un palo della luce mentre a lato un elaborato edificio in costruzione sposta immediatamente la mia attenzione, facendomi dimenticare ben presto quel moccioso invadente. Ottima band, benvenuta nell'hotel rss.

Artist: SLIGHT (FB)
Title: Melodion
Label: self released
Style: pop, shoegaze
Date: April 11, 2013


Sunday, 14 April 2013

Candlegravity - "Junpei" (Bunkai-kei 037)

"...So I asked him, “What do you want?”. I waited patiently as he tilted his head to one side as if to show me he wasn’t able answer in English. A short moment of silence passed, he looked up at me eye to eye and in a soft voice said, “I want a father”. This little boy’s name was Junpei, and his answer would have a lasting impact on me and what it means to be surrounded by people that love you, especially in adolescence. All of the other songs are from personal experiences both good and bad and the making of this album is the process I turned to, to help me deal with them. It’s my hope that perhaps someone having had a similar experiences, might identify with one of the songs and perhaps find comfort in that process."
(Words by Candlegravity extract from Bunkai-kei press-release)

Amo molte delle uscite di Bunkai-kei e ho amato molto "A moment for myself", album di Candlegravity uscito nel Maggio dello scorso anno per VKRS. Quindi prendo confidenza con "Junpei" con l'umore giusto e ne rimango quasi immediatamente affascinato. Sean Crownover è rappresentante di un'elettronica umana sensibile. Raccontato da una lunga presentazione, sincera e delicata, non si smentisce nei passi successivi dell'ascolto. Sin dalla prima traccia, la struggente "Wanting someone", capolavoro elettro-malinconico che si è stampato indelebilmente nella scheda audio del mio cervello. Elementi fanciulleschi si presentano sotto forma di trasparenti risate, canti di galli e muggiti in "Fieldtrip", supportati da un pianoforte posizionato su un carro in allegra scampagnata tra campi accuratamente coltivati e con l'aggiunta di una breve sosta per l'ascolto di un cameo di un'orchestrina di contadini vestiti da giorno di festa. Quando sopraggiungo alla metà della terza traccia condivido con me stesso che "Junpei" è un grande album, qualsiasi cosa potrà accadere successivamente. S'incontrano anche momenti più oscuri e introspettivi, come in "Could Have" o soffusi ed eterei (Junpei). Il tutto continuamente animato da field recordings, canti di uccellini, traffico stradale e voci fuori campo. Per poi annegare in una sconcertante e disperata "A suicide". Apocalisse interiore, suoni che urlano, che stanano il malessere che si nasconde astutamente dentro ad ognuno di noi. Gli sbalzi d'umore sono sinonimo di vitalità, di coscienza penetrabile. Ed è così che "Tomie's Bubbles" mi rende felice di esser vivo e di non dimenticare mai di essere stato bambino. "With many tears" conclude l'album trasformandomi in un manichino in estasi gobbamente seduto sulla sedia per pc. "Junpei" è struggente, intenso e profondo. Tra i lavori più emozionanti usciti in questi primi mesi dell'anno. Grazie Sean per la tua sensibilità.

Artist: Candlegravity (FB)
Title: Junpei
Label: Bunkai-kei
Style: ambient, electronic, post-rock
Date: April 11, 2013


Saturday, 13 April 2013

Technocrat - "So Far EP" (self released)

La musica di Technocrat accarezza il mio spirito, pur non aggiungendo nulla di nuovo all'infinita enciclopedia della musica. Semplice indie-pop-rock con la giusta gradazione malinconica. La band di Orange County (Los Angeles) torna con un nuovo EP ad solo un mese di distanza dall'ultimo "We are a flood" e le tracce qui presenti ne sono la perfetta prosecuzione. Brilla per intensità "Starve", in cui la voce densa di Chris McGuire si scioglie su arpeggi di piano circondati da bassi oscuri,  galleggianti su mari in riposo. Mentre ritmiche combattenti, in un assetata marcia verso il deserto, donano continui crescendo emozionali. Con le pelli del rullante tirate al minimo ed una semplicità rara ed efficace, Technocrat soffiano sulle nubi che frequentemente ricoprono questo cielo, regalandomi brevi e piacevoli sprazzi di luce solare.


Artist: Technocrat
Title: So Far EP
Label: self released
Style: indie, rock, pop
Date: April 09, 2013


Wednesday, 10 April 2013

You Are Not Real - "You Are Not Real" (self released)

Ipnotico, notturno, etereo. E misterioso. Nonostante le mie ricerche non sono venuto a conoscenza dell'artista che si nasconde dietro allo pseudonimo You are not real, che, prendendo spunto dal nome, potrebbe anche non esistere e rappresentare solo un'entità irreale e immateriale che si prende gioco di noi, ricercatori ed ascoltatori, caricando album in modo telepatico su Bandcamp. La musica di You are not real trasporta in uno stato di piacevole trance, adatta per lunghi viaggi su navette spaziali dirette all'interno di nuclei di buchi neri, dove la dimensione del tempo assume caratteristiche angoscianti. Rotaie sostenute dal nulla che trasportano da una galassia all'altra, incurabili di sbalzi termici e tempeste cosmiche e con a bordo passeggeri incantati, resettati dai bisogni primari che li rendono schiavi nella vita di ogni giorno. Un falsetto che come un leggero soffio accarezza le estremità di cellule morte su un epidermide pruriginosa, stimolando nervi in costante attesa di emozioni. Riverberi che ruotano all'interno di un'oscura spirale archimedea. L'impazienza capitalistica che come un cancro divora lancette di orologi che urlano disperatamente di rallentare. La sordità provocata dall'ansia della nostra stessa ombra che sta minacciando di ucciderci. Ridursi ad un diametro di 0,30 micron e lasciarsi cullare nell'aria da queste onde sonore trascurando lo scorrere del tempo (sotto ipnosi non richiesta). Da questo piccolo oblò si riflettono le linee perfette di impronte digitali sconosciute ed ogni cosa è talmente insignificante da risultare ridicola.

Artist: You Are Not Real
Title: You Are Not Real
Label: self released
Style: electronic, shoegaze
Date: March 31, 2013


Sunday, 7 April 2013

Quiet Sun - "Flicker and Fade EP" (Totokoko 033)

'Flicker and Fade' is my second EP, 
following the release of 'Three Colours White' in 2012. This is a project I've pursued whilst studying at university. The EP was made mostly with samples that were cut and manipulated to a desired effect. The intention was to create something textured and atmospheric.
(Words by Quiet Sun)

Albe con sfumature rossastre di non troppo lontani paradisi elettronici. Danzatrici dalle lunghe gonne bianche tagliano delicatamente l’aria simulando il volo di volatili estinti. La decimazione planetaria ha consegnato ai sopravvissuti solamente un pacifico e torbido silenzio. La fretta resta solo una parola scritta nel grande libro dei vocaboli dimenticati. La Natura si è riappropriata del suo trono. (Perchè? Aveva abdicato?) Mi assicurano che tutto tornerá alle origini dopo la breve parentesi disastrosa di una specie intelligente e crudele. Saltello gioiosamente tra oscillazioni gassose affettate finemente, sentendomi libero di svanire. Quiet Sun continua con spontanea bellezza il discorso iniziato da molti altri musicisti giapponesi, interpreti di un elettronica umanizzata, ben rappresentata da netlabels come totokoko, element perspective, bunkai-key ed Elegirl.

Artist: Quiet Sun
Title: Flicker and Fade EP
Label: Totokoko
Style: electronica, acoustic
Date: March 25, 2013


Saturday, 6 April 2013

For Everest - "Last of the Dogstronauts" (self released)

"For Everest is a group of people who collectively love some things but collectively disagree on some other things. They'd probably have a hard time deciding on just one pizza topping. Luckily, they like to play music together. We coined the genre "emo pop."
(Words by For Everest)

For Everest riescono a spostare le nubi che hanno presso fissa dimora sul pezzo di cielo che abita al piano superiore della mia testa. In particolar modo con la seconda traccia di questo EP, il piccolo gioiello emo-pop intitolato "Earheart". Un'emozionante e sottile tensione che cresce gradualmente..."What else is left from here?"...che cos'altro resta? I continui sacrifici per arricchire ancor di più chi è già ricco? Abbassare costantemente la testa e sottomettersi al gioco della divisione? Maledetta democrazia, quanti inganni si celano dietro a questa meravigliosa parola... "Trying to get back, trying to get inside". Sorrido amaramente ad un'umanità che è convinta di essere sempre più libera grazie al potere della tecnologia. Ma qui si parla di musica e For Everest, con semplicità e freschezza, sanno donare passione e irrequietezza, trasmettendo una sensazione di band affiatata cha fa della musica proposta la propria unica missione. Pochi accordi, voci cristalline (maschile e femminile) che armonizzano gioiosamente tra di loro. Pietre lanciate sui cristalli di un automobile per provare il gusto di guidare assaporando l'aria che si schianta violentemente sul viso. Un ritmo che resta uguale a se stesso per cinque minuti perchè non c'è bisogno di null'altro...qual'è il problema? Quando c'è intensità nelle proprie azioni non c'è bisogno di andare al mercatino dei bei suoni o nella biblioteca delle strutture elaborate. That's all. Loro hanno coniato un genere ed io lo ripeto: emo-pop. Definizione perfetta per descrivere ciò che For Everest offrono.

Artist: For Everest (FB) (TW)
Title: Last of the Dogstronauts
Label: self released
Style: indie, pop
Date: April 02, 2013


Friday, 5 April 2013

Motherhood - "Murdering" (Blessing Force)

"Debut EP from Motherhood. Written from the perspective of a serial killer and his many victims, ‘Murdering’ is an icy, soul tinged and mysterious record, combining silky synths, hip hop beats and glacial vocals." (words by Blessing Force)

Ad un primo ascolto mi si attivano immediatamente i link cerebrali che mi connettono all'ormai lontano 1988, anno in cui uscì uno dei piccoli capolavori pop di Paddy McAloon targato Prefab Sprout intitolato "From Langley Park to Memphis". Sarà la timbrica vocale di Joe Robinson (l'autore di Birmingham che si cela dietro al nome Motherhood), sarà la capacità di scrivere eccellenti e tutt'altro che banali pop-song, saranno i cori che spesso accompagnano le melodie. Saranno tutti questi e tanti altri aspetti uniti insieme che mi portano a rivivere le stesse meravigliose emozioni che ho provato venticinque anni fa. Senza nulla togliere a Joe, che sprigiona talento in quantità elevate. Provate ad ascoltare "Heat within morning" e subito dopo "Knock on wood" della band del songwriter del Consett e ditemi se non ci sono affinità musicali. "Murdering" contiene cinque tracce, tutte di ottimo livello e mi sarebbe difficile sceglierne una per farne un singolo. E' un EP che dovrebbe stare in una linda vetrina di una piccola oreficeria del pop. Delicatamente cupo e al tempo stesso frizzante e brioso, "Murdering" si aggiunge alla lista di capolavori pop scritti da fratelli ben più ricchi e famosi. Tanti auguri Joe.

Artist: Motherhood (FB)
Title: Murdering
Label: Blessing Force
Style: pop, soul
Date: March 29, 2013

Wednesday, 3 April 2013

Widiwava - "How I Learned to Stop Worrying and Love 5/4" (PICPACK 173)

"Widiwava are an Ukrainan pop/indie rock band from Donetsk, Ukraine, formed in 2010. Their music is mainly described as pop rock, within irregular signatures and unusual musical decisions. Their work shows the influence of British music of last two decades (particularly, groups such as Coldplay, Muse, Radiohead, Kasabian, Oasis etc.)" (Words by Widiwawa)

Sicuramente quando si giunge alla seconda e terza traccia di "How I Learned to Stop Worrying and Love 5/4" si riaccenderanno indelebili ricordi dei meravigliosi Radiohead di "Ok Computer", che compaiono tra l'altro tra le influenze citate della band ucraina. Chitarre acustiche e commoventi arpeggi, gocce di saliva contenenti sofferenza e melodie vocali che sono lamenti urlati al mondo. Ma Widiwawa si riscattano in originalità nella traccia iniziale, "Pay for summer", (il 5/4 nominato nel titolo dell'EP ?). Brano grintoso e spumeggiante che si "gongola" all'interno della sua disparità ritmica con elegante disinvoltura. Cori da cantare all'unisono, stacchi, stop e riprese sostenute da chitarre agili e scattanti e da una base ritmica irrompente. Le doti tecniche e compositive non mancano, manca solo uno sforzo in più in termini di personalità.

Artist: Widiwava (FB)
Title: How I Learned to Stop Worrying and Love 5/4
Label: PICPACK
Style: indie-rock
Date: March 28, 2013


Tuesday, 2 April 2013

Boys Republic - "U​.​S Royals" (self released)

Singolare band questi Boys Republic, band di Toronto composta da Ryan Kennedy, Jeremy Boyd, Shawn Bradley. Nell'home page del loro sito sono già presenti le cover degli EP che verranno pubblicati (uno al mese) nel corso del 2013. Accurata programmazione e un buon modo per creare un feedback sul lavoro che si sta svolgendo. "U​.​S Royals" contiene quattro tracce dalle strutture semplici e con suoni che rimandano immediatamente alla decade eighties a me cara. David Bowie nascosto dietro a spesse tende spia divertito...i semi che ha sparso sulla terra sono numerosi e questo potrebbe essere uno dei suoi preziosi frutti. Ma Boys Republic sanno essere intensi e maturi, confezionando quattro brani dalle melodie convincenti e dalle liriche malinconicamente positive. Semplici drum-pattern, elettronica misurata ed un recupero del sax suonato proprio nel modo in cui si suonava negli anni ottanta, spensieratamente e con piccole frasi ripetute con semplicità e naturalezza. Le ossessioni e le preoccupazioni da crisi economica erano lontane anni luce ed ogni cosa sembrava portare verso un futuro prospero e luminoso, a parte i malumori tra le due super-potenze dell'epoca. Una delle cose più belle di quel periodo è la musica pop che fu prodotta, che ben rappresenta il benessere su cui si adagiava una parte del mondo che ora si trova impegnato a reinventarsi sia il  presente che il futuro.

Artist: Boys Republic
Title: U​.​S Royals
Label: self released
Style: pop, alternative
Date: March 26, 2013