“Nubicuculia” is the fourth track born re-elaborating the field-recording taken by the Paris-based artist Enrico Ascoli in the South of Italy during the artist-in-residence project Barsento Mediascape/Interferenze 2013. It’s a narrative dialogue between many different sound materials recorded exploring the territory, not with a documentary intent but looking for their timbrical and harmonic properties: musical seeds, full of a remote esotism, that come to light manipulating in a musical way ancient agricultural tools, the stone shingles of a “trullo” roof, the stalactites of a cavern, the rows of grapevines. (Words from release page)
Non sono un fanatico di field recordings ma questi 19 minuti di "Nubicuculia" rapiscono i miei sensi trasportandomi in continui mutamenti di paesaggi, estraniandomi da tutto ciò che accade intorno. Ed è assai interessante leggere la gestazione avvenuta in questo intenso lavoro di Enrico Ascoli, rilasciato da Galaverna, sub-label di tutto rispetto della più anziana Laverna. Un andamento da composizione classica, un orchestra di elementi naturali che attentamente eseguono la loro parte. Un sovrapporsi di ambienti, di lenti cambiamenti cromatici, di importanti silenzi che offrono più spessore al suono che verrà. Insetti che inseguono la temperatura ideale nel mezzo di una natura moderatamente rilassata e il respiro dell'uomo che volontariamente scende d'intensità per non disturbare. Onde sonore che si alternano con elegante calma vengono importunate da un timore costante, da un angoscia primordiale di cui l'uomo è schiavo, ma di cui può trarne i benefici sfociandola in una creatività liberatrice. 19 minuti che sono passi non premeditati, sano nutrimento per l'immaginazione golosa della propria mente.
Artist: Enrico Ascoli
Title: Nubicuculia
Label: Galaverna
Style: experimental, field recordings
Date: January 21, 2014
Pagine
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Wednesday, 29 January 2014
Saturday, 25 January 2014
sanmi - “diaspora” (Hz-records)
"Japan based experimentalist Kyo Yanagi describes his alter ego as an experimental unit since 1998. He uses algorithmic and process based electronic composition techniques, creating textures which fluctuate from warm and delicate to visceral and abrasive." (Words from sanmi Soundcloud page)
sanmi (alter ego di Kyo Yanagi) è un musicista elettronico giapponese iper-produttivo, protagonista della scena creative commons da diversi anni con numerosi album rilasciati da pregevoli netlabels, oltre che a svariate autoproduzioni e partecipazioni a compilation. Ammetto di non conoscere tutta la sua discografia, ma più di una volta mi sono soffermato su alcuni suoi lavori ("schizophrenic glitched girl"). In questo nuovo “Diaspora”, rilasciato dalla giapponese HZ-records, sanmi mi entusiasma con un fresco sound che fa della questione ritmica la materia principale. Propongo “feast” come assaggio per conoscere il sapore di questo album. Funk gommoso cha fa da poltrona ad una tastiera chiacchierona e dalla simpatia conquistatrice. Fusion rivitalizzata da una dose massiccia di vitamine elettroniche. E’ musica che agisce inconsapevolmente sulle mie dita, lanciandogli scosse intermittenti di impulso ritmico. E così, senza avvertimenti, partono supporti ai battiti sincopati di questo album, provenienti da tavoli, volanti, arti stanchi e cover di tablet. Ma c’è spazio anche a delicati momenti di introspezione, come nella title-track che giunge timida alla fine e che accompagna dolcemente i miei sensi verso enormi spazi densi e fluttuanti, tra minuscoli puntini luminosi che danzano sul rumore di fondo dell’universo.
Artist: sanmi (FB)
Title: diaspora
Label: Hz-records
Style: electronica
Date: January 20, 2014
sanmi (alter ego di Kyo Yanagi) è un musicista elettronico giapponese iper-produttivo, protagonista della scena creative commons da diversi anni con numerosi album rilasciati da pregevoli netlabels, oltre che a svariate autoproduzioni e partecipazioni a compilation. Ammetto di non conoscere tutta la sua discografia, ma più di una volta mi sono soffermato su alcuni suoi lavori ("schizophrenic glitched girl"). In questo nuovo “Diaspora”, rilasciato dalla giapponese HZ-records, sanmi mi entusiasma con un fresco sound che fa della questione ritmica la materia principale. Propongo “feast” come assaggio per conoscere il sapore di questo album. Funk gommoso cha fa da poltrona ad una tastiera chiacchierona e dalla simpatia conquistatrice. Fusion rivitalizzata da una dose massiccia di vitamine elettroniche. E’ musica che agisce inconsapevolmente sulle mie dita, lanciandogli scosse intermittenti di impulso ritmico. E così, senza avvertimenti, partono supporti ai battiti sincopati di questo album, provenienti da tavoli, volanti, arti stanchi e cover di tablet. Ma c’è spazio anche a delicati momenti di introspezione, come nella title-track che giunge timida alla fine e che accompagna dolcemente i miei sensi verso enormi spazi densi e fluttuanti, tra minuscoli puntini luminosi che danzano sul rumore di fondo dell’universo.
sanmi (Kyo Yanagi) |
Artist: sanmi (FB)
Title: diaspora
Label: Hz-records
Style: electronica
Date: January 20, 2014
Wednesday, 22 January 2014
Tracing Arcs - "Wasteland" (23 Seconds)
"Founded in the mid 90's - TRACING ARCS trip-hop sound is a musical blend of jazz, smooth downtempo beats, mellow electronica and the emotional and fascinating voice of Fran Kapelle. Wasteland contains seven new songs and three remixes - organic and electronic in the same breath." (Words from release page)
Dopo un'annata pigra (solo 2 releases nel corso del 2013) torna la svedese 23 Seconds, una delle netlabels storiche del panorama Creative Commons. Un'annata in cui anche altre netlabels che normalmente seguo hanno rallentato notevolmente le loro uscite (Headphonica, aaahh records) o addirittura terminato l'attività (No-Source). Fortunatamente l'ambiente mi appare ancora vitale e per ogni netlabels che conclude il suo cammino ce n'è un'altra che ne incomincia uno nuovo. E così, in questo insidioso inizio 2014, 23 Seconds mi delizia con questo nuovo album firmato Tracing Arcs, band inglese guidata da Fran Kapelle (vox) e Paul Addie (keyboards/programming), che torna dopo circa 5 anni da "Fin", album del 2008 rilasciato da Dusted Wax Kingdom. "Wasteland" scorre sinuoso su morbide ambientazioni trip-soul, dominate dalla calda voce di Fran Kapelle. "Unravel the Thread" mi conquista con la sua ritmica da gatto curioso e con la sua melodia che profuma delicatamente d'India. Locali notturni dalle insegne crepate accolgono persone solitarie alla ricerca di un prolungamento della notte. "Wasteland" si muove lentamente, seducendo con calma e determinazione, mescolando jazz, soul, trip-hop ed elettronica con ricercato equilibrio. In "Walk across the Wasteland" ci si trova soli, sperduti e assettati nel mezzo di un deserto dove la paura ha prosciugato l'ultima goccia di sentimento. Con il diploma della scuola di Bristol ben custodito dentro ad una borsa prodotta con materiali biodegradabili, Tracing Arcs ammaliano con un sound che riesce a rimanere sospeso nell'aria nonostante il suo peso e il suo spessore.
Artist: Tracing Arcs (FB)
Title: Wasteland
Label: 23 Seconds
Style: trip-hop, downtempo
Date: January 18, 2014
Dopo un'annata pigra (solo 2 releases nel corso del 2013) torna la svedese 23 Seconds, una delle netlabels storiche del panorama Creative Commons. Un'annata in cui anche altre netlabels che normalmente seguo hanno rallentato notevolmente le loro uscite (Headphonica, aaahh records) o addirittura terminato l'attività (No-Source). Fortunatamente l'ambiente mi appare ancora vitale e per ogni netlabels che conclude il suo cammino ce n'è un'altra che ne incomincia uno nuovo. E così, in questo insidioso inizio 2014, 23 Seconds mi delizia con questo nuovo album firmato Tracing Arcs, band inglese guidata da Fran Kapelle (vox) e Paul Addie (keyboards/programming), che torna dopo circa 5 anni da "Fin", album del 2008 rilasciato da Dusted Wax Kingdom. "Wasteland" scorre sinuoso su morbide ambientazioni trip-soul, dominate dalla calda voce di Fran Kapelle. "Unravel the Thread" mi conquista con la sua ritmica da gatto curioso e con la sua melodia che profuma delicatamente d'India. Locali notturni dalle insegne crepate accolgono persone solitarie alla ricerca di un prolungamento della notte. "Wasteland" si muove lentamente, seducendo con calma e determinazione, mescolando jazz, soul, trip-hop ed elettronica con ricercato equilibrio. In "Walk across the Wasteland" ci si trova soli, sperduti e assettati nel mezzo di un deserto dove la paura ha prosciugato l'ultima goccia di sentimento. Con il diploma della scuola di Bristol ben custodito dentro ad una borsa prodotta con materiali biodegradabili, Tracing Arcs ammaliano con un sound che riesce a rimanere sospeso nell'aria nonostante il suo peso e il suo spessore.
Artist: Tracing Arcs (FB)
Title: Wasteland
Label: 23 Seconds
Style: trip-hop, downtempo
Date: January 18, 2014
Saturday, 18 January 2014
Milena Tomic - "THE BOOK: Old Music Tunes of Wonders" (Petroglyph)
"I had inspiration to write music, beside from piano, and for instruments that were very important for long time in European music tradition (mostly Western art music) which are now, as I feel, a bit forgotten. I also wanted to create a new, interesting and strange ambience for them to fit them nicely into the present and find them place in modern digital world." (Words from release page)
Assenza di tempo su dimensioni in sovrapposizione. Note che riempiono spazi vuoti di silenzio. Riverberi che intervengono a sorpresa trasformando la spazialità delle composizioni. Field recordings fluttuanti, inconsapevoli del proprio ciclico gioco. I confini del proprio corpo disegnati in bianco su una ruvida parete nera. La religiosità di un sabato pomeriggio piovoso è accompagnata per mano da un organo che odora d’incenso. La passione per il passato e gli strumenti che lo hanno vissuto si lascia coinvolgere da un desiderio di esplorare, di ricreare un ambiente nuovo e donare al "ciò che fu" un luogo più accogliente ed in linea con i suoni e le possibilità offerte dal presente. Ma la sensazione che prevale costantemente durante l’ascolto di "THE BOOK: Old Music Tunes of Wonders" della giovane e preparata musicista serba Milena Tomic, è quella di trovarsi in un non luogo fuori dal tempo, infastidito dall’idea di essere catalogato e definito. E' musica. Note che amoreggiano, che si scontrano e si rincorrono con eterno piacere. 20 brevi racconti di umori che si alternano e si condizionano a vicenda, incuranti del vociare incessante, soprattutto interiore.
Artist: Milena Tomic
Title: THE BOOK: Old Music Tunes of Wonders
Label: Petroglyph
Style: classical, contemporary
Date: January 15, 2014
Assenza di tempo su dimensioni in sovrapposizione. Note che riempiono spazi vuoti di silenzio. Riverberi che intervengono a sorpresa trasformando la spazialità delle composizioni. Field recordings fluttuanti, inconsapevoli del proprio ciclico gioco. I confini del proprio corpo disegnati in bianco su una ruvida parete nera. La religiosità di un sabato pomeriggio piovoso è accompagnata per mano da un organo che odora d’incenso. La passione per il passato e gli strumenti che lo hanno vissuto si lascia coinvolgere da un desiderio di esplorare, di ricreare un ambiente nuovo e donare al "ciò che fu" un luogo più accogliente ed in linea con i suoni e le possibilità offerte dal presente. Ma la sensazione che prevale costantemente durante l’ascolto di "THE BOOK: Old Music Tunes of Wonders" della giovane e preparata musicista serba Milena Tomic, è quella di trovarsi in un non luogo fuori dal tempo, infastidito dall’idea di essere catalogato e definito. E' musica. Note che amoreggiano, che si scontrano e si rincorrono con eterno piacere. 20 brevi racconti di umori che si alternano e si condizionano a vicenda, incuranti del vociare incessante, soprattutto interiore.
Artist: Milena Tomic
Title: THE BOOK: Old Music Tunes of Wonders
Label: Petroglyph
Style: classical, contemporary
Date: January 15, 2014
Tuesday, 14 January 2014
Kamifukuoka - "Music For Red Curtain" (Assembly Field)
"Kamifukuoka is the collaborative project of Souichi Takagi and Masayoshi Miyazaki. Souichi plays piano and writes the tracks while Masayoshi concentrates on field recordings, subtle guitar and the overall mixing and production. Together they have created a six track album of melodic piano tracks with an original sound and an experimental edge." (Words from release page)
"Music For Red Curtain" di Kamifukuoka, duo composto dai musicisti giapponesi Souichi Takagi e Masayoshi Miyazaki, cattura la mia attenzione dopo i primi secondi. Un atmosfera rarefatta con il suono del pianoforte che sembra provenire dall'interno di vecchi capannoni abbandonati. Vetri che scricchiolano sotto le suole di scarpe affezionate. Geometrie di luce esaltano altrettanto geometriche ragnatele. Esili arti in ferro impiccati ad una finestra infreddolita. La piacevole scoperta della nutrita varietà di sentimenti che provoca una solitudine ben gestita. Dita che inseguono il presente e una bocca che assapora il delizioso gusto di un'ispirazione fuggente. Nel frattempo la natura dialoga beatamente con se stessa, probabilmente ascoltando questa musica. E se possedesse una testa sarebbe certamente china. E' una tonalità grigia che ama depositarsi su ogni cosa, imitando l'amica polvere che gioisce silenziosamente del trascorrere del tempo. E' l'umidità che non tiene conto della privacy, penetrando insidiosa nella materia. Sono fiocchi di neve di ultima generazione, colorati e illuminati da led sotto-prezzo, che scendono vivaci in una notte piovosa, in cui gioiosi bambini saltano, raccogliendoli uno ad uno e completando orgogliosi la loro collezione. E' un passato che viene assassinato da un presente inquietante e aggressivo. "Music For Red Curtain" è la sonorizzazione perfetta di una solitudine consapevole e matura.
Artist: Kamifukuoka (SC)
Title: Music For Red Curtain
Label: Assembly Field
Style: piano, experimental
Date: January 12, 2014
"Music For Red Curtain" di Kamifukuoka, duo composto dai musicisti giapponesi Souichi Takagi e Masayoshi Miyazaki, cattura la mia attenzione dopo i primi secondi. Un atmosfera rarefatta con il suono del pianoforte che sembra provenire dall'interno di vecchi capannoni abbandonati. Vetri che scricchiolano sotto le suole di scarpe affezionate. Geometrie di luce esaltano altrettanto geometriche ragnatele. Esili arti in ferro impiccati ad una finestra infreddolita. La piacevole scoperta della nutrita varietà di sentimenti che provoca una solitudine ben gestita. Dita che inseguono il presente e una bocca che assapora il delizioso gusto di un'ispirazione fuggente. Nel frattempo la natura dialoga beatamente con se stessa, probabilmente ascoltando questa musica. E se possedesse una testa sarebbe certamente china. E' una tonalità grigia che ama depositarsi su ogni cosa, imitando l'amica polvere che gioisce silenziosamente del trascorrere del tempo. E' l'umidità che non tiene conto della privacy, penetrando insidiosa nella materia. Sono fiocchi di neve di ultima generazione, colorati e illuminati da led sotto-prezzo, che scendono vivaci in una notte piovosa, in cui gioiosi bambini saltano, raccogliendoli uno ad uno e completando orgogliosi la loro collezione. E' un passato che viene assassinato da un presente inquietante e aggressivo. "Music For Red Curtain" è la sonorizzazione perfetta di una solitudine consapevole e matura.
Artist: Kamifukuoka (SC)
Title: Music For Red Curtain
Label: Assembly Field
Style: piano, experimental
Date: January 12, 2014
Sunday, 12 January 2014
Carlo Barbagallo - "Haiku 10" (Subterranean Tide)
"Haiku Project: each artist has contributed a three track release in increments of five minutes, seven minutes, and five minutes accompanied by a Haiku poem. Each song represents the line of the poem including title and reflection."
Seguo Carlo Barbagallo dai bei tempi di MySpace, quando una generazione di musicisti e appassionati musicali iniziò ad addentrarsi nel mondo della rete con la piacevole scoperta che un semplice add ti dava la possibilità di metterti in contatto con il mondo di un artista stimato. Evento oramai comune pochi anni più tardi. E così, dopo circa sei anni continuo a considerare Barbagallo un artista di eccellenza capace di affrontare svariati discorsi in campo musicale con intelligenza e passione. Il musicista siciliano mi stupisce ancora con questa ultima release, tre brani donati all’ottima giovane netlabel americana Subterranean Tide, che si è subito distinta nell’ambiente Creative Commons per la qualità e lo spessore delle sue proposte, unite ad un amore dichiarato per la poesia. Haiku 10 rientra nella serie Haiku project, dedicata a questo paticolare genere letterario giapponese. Il brano che più mi sconvolge è "Kubi Agete Miru", sette minuti che sono un meraviglioso viaggio sensoriale. Elementi che si sussuegono su loop sbronzi, noise che ti colpiscono all’improvviso, senza un minimo avvertimento, sequenze di film noir in bianco e nero. Credo che sia difficile rimanere impassibili di fronte alla potenza espressiva di questo brano, seppur potrebbe sembrare difficile addentrarvisi pienamente. La chitarra che sopraggiunge tagliente dal quarto minuto abbondante è penetrazione cerebrale. Barbagallo è un visionario, crea immagini sonore, e credo che abbia tutte le qualitá per essere un punto di riferimento per la musica che verrà. Improvvisamente mi è comparso davanti Zappa. Credo che se avesse avuto la possibilità di ascoltare questo lavoro si sarebbe rallegrato e magari avrebbe anche stretto la mano a Mr. Barbagallo. "Haiku 10" è il più bel regalo sonoro dall’inizio del nuovo anno. Thanks Carlo. Thanks Emily.
Artist: Carlo Barbagallo
Title: Haiku 10
Label: Subterranean Tide
Style: experimental, avant-garde
Date: January 01, 2014
Other review: Acts of Silence
Seguo Carlo Barbagallo dai bei tempi di MySpace, quando una generazione di musicisti e appassionati musicali iniziò ad addentrarsi nel mondo della rete con la piacevole scoperta che un semplice add ti dava la possibilità di metterti in contatto con il mondo di un artista stimato. Evento oramai comune pochi anni più tardi. E così, dopo circa sei anni continuo a considerare Barbagallo un artista di eccellenza capace di affrontare svariati discorsi in campo musicale con intelligenza e passione. Il musicista siciliano mi stupisce ancora con questa ultima release, tre brani donati all’ottima giovane netlabel americana Subterranean Tide, che si è subito distinta nell’ambiente Creative Commons per la qualità e lo spessore delle sue proposte, unite ad un amore dichiarato per la poesia. Haiku 10 rientra nella serie Haiku project, dedicata a questo paticolare genere letterario giapponese. Il brano che più mi sconvolge è "Kubi Agete Miru", sette minuti che sono un meraviglioso viaggio sensoriale. Elementi che si sussuegono su loop sbronzi, noise che ti colpiscono all’improvviso, senza un minimo avvertimento, sequenze di film noir in bianco e nero. Credo che sia difficile rimanere impassibili di fronte alla potenza espressiva di questo brano, seppur potrebbe sembrare difficile addentrarvisi pienamente. La chitarra che sopraggiunge tagliente dal quarto minuto abbondante è penetrazione cerebrale. Barbagallo è un visionario, crea immagini sonore, e credo che abbia tutte le qualitá per essere un punto di riferimento per la musica che verrà. Improvvisamente mi è comparso davanti Zappa. Credo che se avesse avuto la possibilità di ascoltare questo lavoro si sarebbe rallegrato e magari avrebbe anche stretto la mano a Mr. Barbagallo. "Haiku 10" è il più bel regalo sonoro dall’inizio del nuovo anno. Thanks Carlo. Thanks Emily.
Carlo Barbagallo |
Artist: Carlo Barbagallo
Title: Haiku 10
Label: Subterranean Tide
Style: experimental, avant-garde
Date: January 01, 2014
Other review: Acts of Silence
Friday, 10 January 2014
Motohiko Hirami - "materia" (self released)
Il suono delle meccaniche di un pianoforte ed un flauto imprigionato nella sua solitudine. "materia" di Motohiko Hirami avvicina la sua timida mano con calcolata cautela e conduce in piccole e accoglienti aree riservate ad una piacevole e spirituale intimità. Brevi schizzi a matita sulle pagine ingiallite di un quaderno inquilino di una casa di cartone. Pause indispensabili per dare nutrimento ad una consapevolezza torturata quotidianamente da una frenesia telecomandata. Con "materia" si ritorna a respirare. Un profumo delicato che libera le narici. Una breve pausa-ristoro per l'anima. Lontano da inutili tensioni alimentate da inutili problemi. "materia" mi accoglie in quell'incantevole luogo in cui il tempo risulta solamente una spiacevole ossessione di una razza probabilmente auto-sopravvalutata.
Artist: Motohiko Hirami (FB)
Title: materia
Label: self released
Style: piano, classical
Date: December 25, 2013
Artist: Motohiko Hirami (FB)
Title: materia
Label: self released
Style: piano, classical
Date: December 25, 2013
Monday, 6 January 2014
hico - "modus" (Totokoko)
"I hope this songs fit in your daily life. please download and play it with your portable audio player." (Words from release page)
Una massa di fantasia tritata nell’incedere del quotidiano. La purezza acustica di corde vibranti e pulsanti lo stesso sangue. La bellezza dello stare fuori e farsi accarezzare dall’aria, lasciarsi raccogliere dall’armonia e danzare con essa. Japanese folk? L’umana pretesa di catalogare ogni cosa rovina sempre la festa. Bambini che pigiano entusiasti i tasti di una tastiera giocattolo. Sorrisi compiacenti imbevuti in naturalezza in formato liquido. Non mancano ceste abbandonate per strada di psichedelia assortita contorniata da spezie indiane. Una semplicità che mi provoca un’invidia positiva mista ad un senso di abbandono e meraviglia. Totokoko. Ho detto tutto.
Artist: hico
Title: modus
Label: Totokoko
Style: acoustic, japanese-folk
Date: January 04, 2014
Una massa di fantasia tritata nell’incedere del quotidiano. La purezza acustica di corde vibranti e pulsanti lo stesso sangue. La bellezza dello stare fuori e farsi accarezzare dall’aria, lasciarsi raccogliere dall’armonia e danzare con essa. Japanese folk? L’umana pretesa di catalogare ogni cosa rovina sempre la festa. Bambini che pigiano entusiasti i tasti di una tastiera giocattolo. Sorrisi compiacenti imbevuti in naturalezza in formato liquido. Non mancano ceste abbandonate per strada di psichedelia assortita contorniata da spezie indiane. Una semplicità che mi provoca un’invidia positiva mista ad un senso di abbandono e meraviglia. Totokoko. Ho detto tutto.
Artist: hico
Title: modus
Label: Totokoko
Style: acoustic, japanese-folk
Date: January 04, 2014
Sunday, 5 January 2014
CoEx - "i am a strange loop" (tonAtom)
"Styles and sounds as diverse as art rock, kraut, world music, 70s, 90s and current electronic music melt together in a fully unique combination. We call it "electronic artpop" and as such it offers a plethora of musical experiences. leaving traditional song structures behind, each track tells its own story, ranging from the dub/reggae influenced "ernesto" to the epic "i am a strange loop" which combines folk elements with ethnic drums and ambient style spheric sounds. Not convinced? then start your journey through these vast sound scapes by listening to "transformations", an ever changing and evolving acoustic work of art. with his second release klaus vormehr a.k.a. CoEx has already turned into an indispensable contributor to the tonAtom label style." (Words from release page)
Plana leggero, strizzando l’occhio a chiunque incroci sul suo flemmatico cammino. Veste vintage e non si vergogna minimamente dei suoi gusti retrô. Tastiere graffiate e sbiadite emettono suoni che evocano fantascientifici viaggi inter-stellari. Solitudine vivace tra le pareti nere e bianche di stanze insonorizzate. Più bianche che nere. Un movimento continuo, strati che si accavallano e si strofinano su un pulsare ritmico effervescente. Ricercatori di creature extra-terrestri all’interno di videogiochi dall’ambientazione caraibica si accontentano di alcune riviste impolverate datate 1992 che trattano l’evolversi della musica jazz-fusion. Sequencer abbandonati tra manuali d’uso e VHS firmate National Geographic. World music. Peter Gabriel che ha risolto definitivamente i suoi problemi e le sue complessitá. “I am a strange loop” può collocarsi armoniosamente accanto ai lavori di Massimo Ruberti, altro musicista capace di giocare intelligentemente con ciò che il passato ci ha donato, creando album che sanno essere un omaggio ai suoni di altre decadi e nel contempo suonare attuali e creativi. Tre tracce su tutte: "Bebel", "Transformation" e "Slow Flow".
Artist: CoEx
Title: i am a strange loop
Label: tonAtom
Style: electronic, artpop
Date: December 30, 2013
Plana leggero, strizzando l’occhio a chiunque incroci sul suo flemmatico cammino. Veste vintage e non si vergogna minimamente dei suoi gusti retrô. Tastiere graffiate e sbiadite emettono suoni che evocano fantascientifici viaggi inter-stellari. Solitudine vivace tra le pareti nere e bianche di stanze insonorizzate. Più bianche che nere. Un movimento continuo, strati che si accavallano e si strofinano su un pulsare ritmico effervescente. Ricercatori di creature extra-terrestri all’interno di videogiochi dall’ambientazione caraibica si accontentano di alcune riviste impolverate datate 1992 che trattano l’evolversi della musica jazz-fusion. Sequencer abbandonati tra manuali d’uso e VHS firmate National Geographic. World music. Peter Gabriel che ha risolto definitivamente i suoi problemi e le sue complessitá. “I am a strange loop” può collocarsi armoniosamente accanto ai lavori di Massimo Ruberti, altro musicista capace di giocare intelligentemente con ciò che il passato ci ha donato, creando album che sanno essere un omaggio ai suoni di altre decadi e nel contempo suonare attuali e creativi. Tre tracce su tutte: "Bebel", "Transformation" e "Slow Flow".
Artist: CoEx
Title: i am a strange loop
Label: tonAtom
Style: electronic, artpop
Date: December 30, 2013