"SKM banda is an instrumental quartet, which became one of the most interesting slovenian alternative bands in the last few years. In the past years SKM banda established their general image and sound, defined as eclectic post-jazz. The instrumental fusion of rock, jazz, funk, noise and post-rock-based hardcore - made by two guitars and rhythm-section - enables the listener to discover the undiscovered!" (Words from ŠKM banda FB page)
Quanto riempie lo spirito l'ascolto di musica suonata bene, composta con grazia e da musicisti preparati! Legami strumentali che si abbracciano unendo una vastità di stili differenti facendo gli indifferenti. Un'estesa cultura musicale che non si nutre di auto-celebrazione ma cerca il nutrimento nel naturale fatto di suonare e di godere di questo semplice (per chi ne è capace) atto. Sono convinto che il quartetto sloveno riesca ad amalgamare molto bene gli ascolti di ognuno dei propri componenti, perchè quel che ne esce da "Panontikon" è una miscela effervescente di post-rock-fusion-folk assolutamente originale. Chitarre che dialogano come sorelle affiatate e una base ritmica che ti fa sentire al sicuro da qualsiasi catastrofico evento naturale. E il bello è che tutta questa delizia sonora sembra scritta (e magari lo è veramente) ed eseguita nella massima naturalità, quasi fosse un'improvvisazione venuta nel miglior modo. Spostamenti ritmici, banjo, ukulele, contrasti, cambi d'atmosfere che se uno non ci pone la giusta attenzione potrebbero passare inosservati. Delizie acustiche come "Tolažba" mi colmano le ore perse a cercare buona musica nel paludoso mondo del web. Fossi il produttore di questo album avrei posto uno stop alla traccia numero sei. I mescolamenti ritmici di "Jutranji" faccio fatica a digerirli e il l'assillante loop di banjo di "Vračanje" mi porta all'esasperazione. Ma a me piace pensare a ciò che mi piace e quindi è da circa una settimana che il mio lettore va in loop dalla traccia uno alla traccia sei.
Artist: ŠKM banda (FB)
Title: Panontikon
Label: KAPA Records
Style: acoustic, folk, rock, jazz
Date: October 13, 2014
Pagine
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Saturday, 25 October 2014
Sunday, 19 October 2014
The Hand in the Ocean - "Road to I Am//6 Minute" (self released)
"Dear friends, family, and well-paid fans:
We are breaking up.
We're going to play one last show but don't know where/when. Give us some ideas if you got em.
We recorded two songs at Rustbelt Studios - Music Production Recording & Mixing Facility a long time ago that we never released so here they are. I don't know what will happen to the unrecorded new material.
Thank you to everyone who listened, we love yu" (Words from The Hand in the Ocean FB page)
Per chi cerca musica nel web è oramai un nuotare liberamente in oceani vastissimi di suoni, generi, musica composta, suonata e registrata da chiunque, punto. Con il promettente mondo delle netlabels che sembra oramai respirare in modo asmatico, un Bandcamp che non ha ancora trovato una giusta strada per farmi ascoltare ciò che voglio (e a cui devono pensarci altri siti (che anche loro non hanno trovato una giusta strada per farmi ascoltare ciò che voglio)), un Soundcloud, un Mixcloud che caricano gigabyte di musica ogni ora e major che cercano di raschiare il fondo su ciò che hanno in magazzino o cercano di corrompere maree di giovani con prodotti che non avranno storia...mi domando...quanto tempo devo impegnare per trovare musica di cui innamorarmi, possibilmente free? Forse è questa la democrazia della rete? Democrazia è anche il tempo che si spende per cercare ciò che è libero nel quasi infinito mondo del web. The Hand in the Ocean è probabilmente una band che non esisterà più (visto l'ultimo annuncio postato su Facebook) e probabilmente non molte persone ne sentiranno la mancanza. Una band che magari in altri decenni avrebbe potuto vivere della propria musica. Sincera, pura, magari non innovativa, ma con due album che meritano un ascolto (e magari pure una donazione), o come nel mio caso decine e decine di piacevoli ascolti. we fished all night and caught the day (free) e Tree/Forts (5€). Tutto qui. Nell'attesa che qualcosa si muova seriamente nella libera creatività della musica odierna.
Artist: The Hand in the Ocean (FB)
Title: Road to I Am//6 Minute
Label: self released
Style: acoustic, folk
Date: October 09, 2014
We are breaking up.
We're going to play one last show but don't know where/when. Give us some ideas if you got em.
We recorded two songs at Rustbelt Studios - Music Production Recording & Mixing Facility a long time ago that we never released so here they are. I don't know what will happen to the unrecorded new material.
Thank you to everyone who listened, we love yu" (Words from The Hand in the Ocean FB page)
Per chi cerca musica nel web è oramai un nuotare liberamente in oceani vastissimi di suoni, generi, musica composta, suonata e registrata da chiunque, punto. Con il promettente mondo delle netlabels che sembra oramai respirare in modo asmatico, un Bandcamp che non ha ancora trovato una giusta strada per farmi ascoltare ciò che voglio (e a cui devono pensarci altri siti (che anche loro non hanno trovato una giusta strada per farmi ascoltare ciò che voglio)), un Soundcloud, un Mixcloud che caricano gigabyte di musica ogni ora e major che cercano di raschiare il fondo su ciò che hanno in magazzino o cercano di corrompere maree di giovani con prodotti che non avranno storia...mi domando...quanto tempo devo impegnare per trovare musica di cui innamorarmi, possibilmente free? Forse è questa la democrazia della rete? Democrazia è anche il tempo che si spende per cercare ciò che è libero nel quasi infinito mondo del web. The Hand in the Ocean è probabilmente una band che non esisterà più (visto l'ultimo annuncio postato su Facebook) e probabilmente non molte persone ne sentiranno la mancanza. Una band che magari in altri decenni avrebbe potuto vivere della propria musica. Sincera, pura, magari non innovativa, ma con due album che meritano un ascolto (e magari pure una donazione), o come nel mio caso decine e decine di piacevoli ascolti. we fished all night and caught the day (free) e Tree/Forts (5€). Tutto qui. Nell'attesa che qualcosa si muova seriamente nella libera creatività della musica odierna.
Artist: The Hand in the Ocean (FB)
Title: Road to I Am//6 Minute
Label: self released
Style: acoustic, folk
Date: October 09, 2014
Friday, 10 October 2014
Junya Nishimura - "Feel" (totokoko 046)
"This album's theme are seasonal changes from summer to fall. like a piano,sounds from far away. thanks to all the people that involve to this album. ”Feel" please enjoy beautiful colors of the season with this album." (Words from release page)
Un leggero infrangersi d'onde che si trasformano in bianche note di piano distribuite disordinatamente su di una tiepida spiaggia di Tokashiki Island. Ma le distanze sono polvere quando è la musica a far da trasporto ed in poco meno di un attimo ci si trova tra la vegetazione del Monte Kōya a respirare sana spiritualità. Sonorità da camera e registrazioni che danno uno schiaffo all'alta fedeltà, regalando pure delle fritture da demo amatoriali. Si sale, a tu per tu con voluminose vaporosità e usando come rotta il percorso dei torrenti sottostanti. E si scende, tra le pareti inumidite da un'insistente pioggia autunnale. Il bambino sorride soddisfatto alla conoscenza di nuovi suoni provenienti da un triangolo abbandonato in un angolo di camera ridipinto diverse stagioni fa. Il grigiore del cielo frena il tempo con leggerezza ed avvolge su numerosi strati l'inutile fretta che ci strattona quotidianamente. Una comoda e silenziosa sedia a dondolo da posizionare accanto al piano di Junya Nishimura e magari qualcuno che amabilmente mi sfiora il cuoio cappelluto. Potrebbe essere un'ottima idea per un originale regalo di compleanno. I sali-scendi dell'umore condizionati da paure che un giorno non molto lontano non saranno più tali. Le lacrime di una sensibilità trascurata innaffiano un futuro ricostruito setacciando accuratamente le cose buone da quelle futili e distruttive. Nella penombra di una stanza inumidita da un'incessante pioggia ottobrina uno sguardo impaurito cerca il sostegno da chi è consapevole di non esser forte ma è costretto a dimostrarlo. Fruscii, note che si accavallano tra riverberi naturali e rumori occasionali involontari e la gradevole sensazione di sentirsi protetti e curati da queste delizie di piano lo-fi.
Artist: Junya Nishimura
Title: Feel
Label: totokoko
Style: piano, ambient
Date: September 30, 2014
Un leggero infrangersi d'onde che si trasformano in bianche note di piano distribuite disordinatamente su di una tiepida spiaggia di Tokashiki Island. Ma le distanze sono polvere quando è la musica a far da trasporto ed in poco meno di un attimo ci si trova tra la vegetazione del Monte Kōya a respirare sana spiritualità. Sonorità da camera e registrazioni che danno uno schiaffo all'alta fedeltà, regalando pure delle fritture da demo amatoriali. Si sale, a tu per tu con voluminose vaporosità e usando come rotta il percorso dei torrenti sottostanti. E si scende, tra le pareti inumidite da un'insistente pioggia autunnale. Il bambino sorride soddisfatto alla conoscenza di nuovi suoni provenienti da un triangolo abbandonato in un angolo di camera ridipinto diverse stagioni fa. Il grigiore del cielo frena il tempo con leggerezza ed avvolge su numerosi strati l'inutile fretta che ci strattona quotidianamente. Una comoda e silenziosa sedia a dondolo da posizionare accanto al piano di Junya Nishimura e magari qualcuno che amabilmente mi sfiora il cuoio cappelluto. Potrebbe essere un'ottima idea per un originale regalo di compleanno. I sali-scendi dell'umore condizionati da paure che un giorno non molto lontano non saranno più tali. Le lacrime di una sensibilità trascurata innaffiano un futuro ricostruito setacciando accuratamente le cose buone da quelle futili e distruttive. Nella penombra di una stanza inumidita da un'incessante pioggia ottobrina uno sguardo impaurito cerca il sostegno da chi è consapevole di non esser forte ma è costretto a dimostrarlo. Fruscii, note che si accavallano tra riverberi naturali e rumori occasionali involontari e la gradevole sensazione di sentirsi protetti e curati da queste delizie di piano lo-fi.
Artist: Junya Nishimura
Title: Feel
Label: totokoko
Style: piano, ambient
Date: September 30, 2014
Friday, 3 October 2014
Palagran - "Tunes for the young bots" (Phonocake 107)
"Eyal Greengrass' fulminant debut of amazing
melodic electronics sends lovely harmonics
and playful seriousness from Israels shores
to the interested world. Crispy elements meet
beautiful leads. Slower paced tracks go hand
in hand with some upbeat tracks." (Words from release page)
Il ragazzo A continua a calpestare asfalto bagnato nella notte, assorto nel presente, dimenticando felicemente di invecchiare. Telecomandi in surriscaldamento, alimentato da una noia inevitabilmente ricercata. I gemelli incuriositi da questo anomalo passeggiare notturno premono la punta del naso sul vetro sudato. Foto di synth d'epoca ordinate accuratamente all'interno di una cartellina arancione ed inviti ad eventi svolti in luminose idioteche semi-vuote. Divanetti tappezzati grigio-blu conducono a lenti movimenti di mani incuriosite da gentili seni non-materni. Ninne-nanne addolcite da uno zucchero avariato stonano amabilmente i sensi intorpiditi. Attratti dai suoni di una sala giochi a vetri di primi anni 80, i gemelli escono con qualche moneta in tasca per bruciare trenta minuti della loro vita a Donkey Kong. Vince Clarke che cerca di dare una spiegazione al proprio passato riguardando le foto di trentacinque anni fa. Un rassicurante safari davanti ad un monitor cocente, non prima però di aver digitato su Wikipedia Mike Mainieri. "Tunes for the young bots" è notturno, elettronicamente umano e riempie candidamente le linee sottili di solitarie traiettorie momentaneamente immutabili. Suoni che dipingono con eleganza e colori tenui un buio stranamente rassicurante. "Cast a cast" mi augura una felice notte con l'unico intervento di voce umana. Mi viene da sorridere. Sarà sicuramente una notte serena. Buona notte anche a te, ragazzo A.
Artist: Palagran
Title: Tunes for the young bots
Label: Phonocake
Style: electronic, dreamy, IDM
Date: September 22, 2014
melodic electronics sends lovely harmonics
and playful seriousness from Israels shores
to the interested world. Crispy elements meet
beautiful leads. Slower paced tracks go hand
in hand with some upbeat tracks." (Words from release page)
Il ragazzo A continua a calpestare asfalto bagnato nella notte, assorto nel presente, dimenticando felicemente di invecchiare. Telecomandi in surriscaldamento, alimentato da una noia inevitabilmente ricercata. I gemelli incuriositi da questo anomalo passeggiare notturno premono la punta del naso sul vetro sudato. Foto di synth d'epoca ordinate accuratamente all'interno di una cartellina arancione ed inviti ad eventi svolti in luminose idioteche semi-vuote. Divanetti tappezzati grigio-blu conducono a lenti movimenti di mani incuriosite da gentili seni non-materni. Ninne-nanne addolcite da uno zucchero avariato stonano amabilmente i sensi intorpiditi. Attratti dai suoni di una sala giochi a vetri di primi anni 80, i gemelli escono con qualche moneta in tasca per bruciare trenta minuti della loro vita a Donkey Kong. Vince Clarke che cerca di dare una spiegazione al proprio passato riguardando le foto di trentacinque anni fa. Un rassicurante safari davanti ad un monitor cocente, non prima però di aver digitato su Wikipedia Mike Mainieri. "Tunes for the young bots" è notturno, elettronicamente umano e riempie candidamente le linee sottili di solitarie traiettorie momentaneamente immutabili. Suoni che dipingono con eleganza e colori tenui un buio stranamente rassicurante. "Cast a cast" mi augura una felice notte con l'unico intervento di voce umana. Mi viene da sorridere. Sarà sicuramente una notte serena. Buona notte anche a te, ragazzo A.
Artist: Palagran
Title: Tunes for the young bots
Label: Phonocake
Style: electronic, dreamy, IDM
Date: September 22, 2014