about this work
stage play "kibou no hoshi" produced by ishihara promotion.
this is a soundtrack for documentary film.
documentary is about rehearsal to public performance.
Documentary film by Yu Katsumata.
"The fluttering, we" Original Soundtrack.
Music Composed by Makoto Tanakala
(text from release page)
la primavera che dovrà arrivare mi invia una mail dicendomi di stare tranquillo. andrà tutto bene come al solito, forse anche meglio degli anni precedenti. le api mi aspetteranno tra le tegole del solaio? il profumo dell'erba secca che si è nascosta per mesi pensando che non la trovassi. poche note messe al punto giusto, piccoli cambiamenti che tratteggiano le differenze che rendono uniche tutte le cose, belle o brutte che siano. una camera dall'alto soffitto, un'ampia vetrata, un pianoforte e un violino e fuori la natura che ascolta ammaliata. girare su se stessi, sempre più velocemente, ingenui primi esperimenti per modificare la percezione della realtà. il dolce piacere della solitudine, soprattutto quando è diventata merce rara. fuori il mondo si prepara ad essere felice, nonostante tutto, con l'amara consapevolezza che poco cambierà, tranne l'ennesimo vestito che indosserà, illudendo se stesso e gli altri di essere riuscito a cambiare veramente.
Artist: Makoto Tanaka (FB)
Title: The fluttering we Original Soundtrack
Label: totokoko
Style: acoustic, soundtrack, guitar, piano
Date: October 16, 2015
Pagine
▼
Monday, 28 December 2015
Saturday, 5 December 2015
armaud - "How to Erase a Plot" (lady sometimes records)
"armaud is an ethereal warrior.
A charming balance between fragile vocals and a down-to-earth attitude, from the seemingly sad little girl to the woman finally claiming her courage to be rough." (text from Bandcamp page)
passi leggeri tra le vie di una città in bianco e nero, per non disturbare il tempo che ti cammina accanto. minuscole gocce di nebbia nascondono abilmente le imperfezioni di una vita inconsapevolmente improvvisata. carezze e respiri sotto a lenzuola dipinte di nero. potresti essere chiunque ma sei tu. un sottile gioco di intimità accennate, di sguardi che fuggono impauriti, di pieghe di vestiti stropicciati che si spostano lentamente come onde di un mare dormiente. un'invadente sensibilità che ti accompagna al bicchiere più vicino per placarla. quante albe e tramonti persi per giocare ai giochi di una società cronicamente ammalata? i puntini elettrici che si accendono sotto la pelle, brevi e rare gioie orgasmiche provocate dall'ascolto di gioiellini intimo-acustici quali "BK". L'autunno sta per terminare e "How to Erase a Plot" continua a dipingere le mie giornate di tenui colori grigio-bluastri. Credo che se in un improbabile giorno dovessi incontrare Paola Fecarotta, vocalist e compositrice di Armaud, l'abbraccerò per più di tre secondi e non più di quindici. Da non dimenticare anche Marco Bonini, ingegnoso musicista romano che seguo con interesse da alcuni anni, in attività anche con Mamavegas, Acre e Ubik.
Artist: armaud (official site)
Title: How to Erase a Plot
Label: lady sometimes records
Style: dream-pop, folktronika
Date: October 23, 2015
A charming balance between fragile vocals and a down-to-earth attitude, from the seemingly sad little girl to the woman finally claiming her courage to be rough." (text from Bandcamp page)
passi leggeri tra le vie di una città in bianco e nero, per non disturbare il tempo che ti cammina accanto. minuscole gocce di nebbia nascondono abilmente le imperfezioni di una vita inconsapevolmente improvvisata. carezze e respiri sotto a lenzuola dipinte di nero. potresti essere chiunque ma sei tu. un sottile gioco di intimità accennate, di sguardi che fuggono impauriti, di pieghe di vestiti stropicciati che si spostano lentamente come onde di un mare dormiente. un'invadente sensibilità che ti accompagna al bicchiere più vicino per placarla. quante albe e tramonti persi per giocare ai giochi di una società cronicamente ammalata? i puntini elettrici che si accendono sotto la pelle, brevi e rare gioie orgasmiche provocate dall'ascolto di gioiellini intimo-acustici quali "BK". L'autunno sta per terminare e "How to Erase a Plot" continua a dipingere le mie giornate di tenui colori grigio-bluastri. Credo che se in un improbabile giorno dovessi incontrare Paola Fecarotta, vocalist e compositrice di Armaud, l'abbraccerò per più di tre secondi e non più di quindici. Da non dimenticare anche Marco Bonini, ingegnoso musicista romano che seguo con interesse da alcuni anni, in attività anche con Mamavegas, Acre e Ubik.
Paola Fecarotta (armaud) |
Artist: armaud (official site)
Title: How to Erase a Plot
Label: lady sometimes records
Style: dream-pop, folktronika
Date: October 23, 2015
Friday, 4 December 2015
Jan Grünfeld – “Music for plants” (La bèl 031 / Headphonica 109)
"The tracks of “Music for plants”are based on a live improvisation with electric guitar and a looping machine. Jan Grünfeld has recorded the music in the summer of 2014 on a huge balcony of an old villa in Bad Muskau, right at the German-Polish border – a very arcadian place! The music is free, like a suntrap. The plants grow better with Jan Grünfeld’s music! But not turn up too loud! And do not forget to water!" (Text from release page)
Movimenti delle palpebre al rallenty. L'odore della notte spalmato su abiti disordinati. Instancabili cicale giocano a nascondino tra le pieghe di campi incolti. Una spirale sonora che attira e respinge flussi di note che si confidano segretamente tra di loro. La natura dipinge con colori tenui le pareti fluide di questo carezzevole quadro sonoro. Si sorvolano cime di elevata bellezza nell'ipnotica "full bloom". Scaricare i pesi superflui per ottenere una migliore lievitazione e risvegliarsi di soprassalto tra le strade notturne infrasettimanali di un'assonnata città mitteleuropea. C'è questa intimità che mi abbraccia e a momenti mi sembra di essere seduto accanto a Jan, nel balcone di questa vecchia villa dove sono nate queste tenui entità sonore vestite di ambient, ma con una profondità che penetra nel sottosuolo, sia terrestre che umano. (feel alife)
Artist: Jan Grünfeld (official site)
Title: Music for plants
Label: La bèl, Headphonica
Style: acoustic, guitar, ambient
Date: October 07, 2015
Movimenti delle palpebre al rallenty. L'odore della notte spalmato su abiti disordinati. Instancabili cicale giocano a nascondino tra le pieghe di campi incolti. Una spirale sonora che attira e respinge flussi di note che si confidano segretamente tra di loro. La natura dipinge con colori tenui le pareti fluide di questo carezzevole quadro sonoro. Si sorvolano cime di elevata bellezza nell'ipnotica "full bloom". Scaricare i pesi superflui per ottenere una migliore lievitazione e risvegliarsi di soprassalto tra le strade notturne infrasettimanali di un'assonnata città mitteleuropea. C'è questa intimità che mi abbraccia e a momenti mi sembra di essere seduto accanto a Jan, nel balcone di questa vecchia villa dove sono nate queste tenui entità sonore vestite di ambient, ma con una profondità che penetra nel sottosuolo, sia terrestre che umano. (feel alife)
Jan Grünfeld |
Artist: Jan Grünfeld (official site)
Title: Music for plants
Label: La bèl, Headphonica
Style: acoustic, guitar, ambient
Date: October 07, 2015
Saturday, 5 September 2015
Gi Gi Giraffe – "Home Made Works" (Tanukineiri 079)
東京を拠点に活動するインディーロックバンド・Gi Gi Giraffe(ジジジラフ) のGt. & Vo.山本が2013年の春休みに、GarageBandを用いて録音・ミックスした完全なる"宅録作品"“Home Made Works(全6曲入)
-----------------------------------------------------------
ローファイでありながら、ジャンルレスでどの曲もポップに仕上げました。制作は一人だったので、”バンド"での再現性よりも、 録音源としてスピーカーから流れる”曲”を楽しんでもらいたいというコンセプトで作りました。
"Gi Gi Giraffe" is a home recording project
I tape my stuff usually (sometimes make appearance in concerts as a trio band)
Play each tune loud enough because of low volumes.
(text from release page)
"Home Made Works" dei giapponesi Gi Gi Giraffe possiede un groove che sa sedurmi ad ogni ascolto. Sin dalla prima breve traccia, "Naked Girl", un ingannevole bluesy sostenuto, dall'andamento ubriaco e con un brillante dialogo tra basso, batteria e chitarre. "Picture" strizza l'occhio allo sporco e genuino funk anni settanta; clap-hand a comparsa su un middle tempo che mi impedisce di mantenere ferme molte parti del mio corpo. Senza dubbio i nostri tre simpatici e beffardi musicisti giapponesi (Yamamoto(Gt) Uemura(Dr) Okuizumi(Bs)) sono influenzati non poco dalle sonorità 60/70, Beatles e Beach Boys su tutti. L'album scorre via nella brevità delle sue sei tracce, divertendo nelle piccole ma originale trovate, tra falsetti accattivanti, ritmiche strampalate e sgambettanti e quella sana attitudine a non prendersi troppo sul serio. Conclude "Everything goes", la traccia più audace e melodica di "Home Made Works", tra sapori latin e lievi malinconie pre-autunnali.
Artist: Gi Gi Giraffe (SC)
Title: Home Made Works
Label: Tanukineiri
Style: psychedelic, pop, rock
Date: August 21, 2015
-----------------------------------------------------------
ローファイでありながら、ジャンルレスでどの曲もポップに仕上げました。制作は一人だったので、”バンド"での再現性よりも、 録音源としてスピーカーから流れる”曲”を楽しんでもらいたいというコンセプトで作りました。
"Gi Gi Giraffe" is a home recording project
I tape my stuff usually (sometimes make appearance in concerts as a trio band)
Play each tune loud enough because of low volumes.
(text from release page)
"Home Made Works" dei giapponesi Gi Gi Giraffe possiede un groove che sa sedurmi ad ogni ascolto. Sin dalla prima breve traccia, "Naked Girl", un ingannevole bluesy sostenuto, dall'andamento ubriaco e con un brillante dialogo tra basso, batteria e chitarre. "Picture" strizza l'occhio allo sporco e genuino funk anni settanta; clap-hand a comparsa su un middle tempo che mi impedisce di mantenere ferme molte parti del mio corpo. Senza dubbio i nostri tre simpatici e beffardi musicisti giapponesi (Yamamoto(Gt) Uemura(Dr) Okuizumi(Bs)) sono influenzati non poco dalle sonorità 60/70, Beatles e Beach Boys su tutti. L'album scorre via nella brevità delle sue sei tracce, divertendo nelle piccole ma originale trovate, tra falsetti accattivanti, ritmiche strampalate e sgambettanti e quella sana attitudine a non prendersi troppo sul serio. Conclude "Everything goes", la traccia più audace e melodica di "Home Made Works", tra sapori latin e lievi malinconie pre-autunnali.
Artist: Gi Gi Giraffe (SC)
Title: Home Made Works
Label: Tanukineiri
Style: psychedelic, pop, rock
Date: August 21, 2015
Sunday, 16 August 2015
AXVXA - "地平線へ" (otoginomori 010)
インストポップス音楽家であるAXVXAによるアルバム、「地平線へ」。
今作は2012年に”Hand Craft Records”からリリースされたアルバムの再配信。
ボーナストラックとなる「ホワイトビーチ」は今回のリリースに併せて制作。(text from release page)
Musica acquatica. Un tuffo da una roccia dipinta con carboncino e giù, tra i suoni ovattati di fondali pietrosi. Semplicità ripetitiva che si offre d'appoggio per melodie essenziali. I riflessi di una superficie che avrebbe tante cose da dire ma che non lo fa. Un enorme punto interrogativo che forse c'è sempre stato ma che solo ora osserviamo (con improvviso timore) per la prima volta. Visioni distorte da monitor incandescenti e predicatori occasionali. Quaggiù si sta decisamente meglio, circondati da sfumature verdi-azzurre e un opaco pulviscolo rallentato. Ci si dimentica velocemente dell'assenza di nuovi profeti e di una nuova visione positiva che possa far tornare a sognare un'umanità sotto anestesia da troppo tempo oramai. Arrendersi al nostro amato ego e nuotare beatamente nel solitario mare della nostra individualità. Finalmente potremo dedicarci completamente a noi stessi, finché ce lo permetteranno o finché non cadremo a terra annoiati. Sguardi sorridenti dall'altra parte della riva. Eppure sembrano stare tutti bene...
Artist: AXVXA (SC)
Title: 地平線へ
Label: otoginomori
Style: electronic, dreamy, instrumental
Date: August 01, 2015
今作は2012年に”Hand Craft Records”からリリースされたアルバムの再配信。
ボーナストラックとなる「ホワイトビーチ」は今回のリリースに併せて制作。(text from release page)
Musica acquatica. Un tuffo da una roccia dipinta con carboncino e giù, tra i suoni ovattati di fondali pietrosi. Semplicità ripetitiva che si offre d'appoggio per melodie essenziali. I riflessi di una superficie che avrebbe tante cose da dire ma che non lo fa. Un enorme punto interrogativo che forse c'è sempre stato ma che solo ora osserviamo (con improvviso timore) per la prima volta. Visioni distorte da monitor incandescenti e predicatori occasionali. Quaggiù si sta decisamente meglio, circondati da sfumature verdi-azzurre e un opaco pulviscolo rallentato. Ci si dimentica velocemente dell'assenza di nuovi profeti e di una nuova visione positiva che possa far tornare a sognare un'umanità sotto anestesia da troppo tempo oramai. Arrendersi al nostro amato ego e nuotare beatamente nel solitario mare della nostra individualità. Finalmente potremo dedicarci completamente a noi stessi, finché ce lo permetteranno o finché non cadremo a terra annoiati. Sguardi sorridenti dall'altra parte della riva. Eppure sembrano stare tutti bene...
Artist: AXVXA (SC)
Title: 地平線へ
Label: otoginomori
Style: electronic, dreamy, instrumental
Date: August 01, 2015
Friday, 14 August 2015
Jack Goldstein - "Tonic of wilderness" (self released)
"Tonic of wilderness" is partly inspired by Hallmark cards of the mid-nineteen eighties and contemplating what the baby from True Romance might have been like as a grown up. (text from release page)
Variegato e beffardo, "Tonic of wilderness" del musicista londinese Jack Goldstein si apre con l'esplosiva "Thuggery Bisque", un rap-lo-fi-rock tutto al femminile che si mescola dopo poco più di due minuti ad un electro-rap sussurrato, fortemente odorante eighties, con tanto di ritornello accattivante da lungomare in auto cabriolet e finale orchestrale (Try 2 Love). Alla terza traccia mi rendo conto che la noia non intaccherà sicuramente l'ascolto di "Tonic of wilderness", vista la freschezza e la diversità di stili che caratterizzano questo album, che strizza l'occhio al pop con coscienza e lucidità. "Ronnie James Dio Blues" mi conquista sin dal primo ascolto, con l'andatura del ritornello che mi riporta ad una lontana e celebre chiamata di Londra datata 1979. Jack Goldstein gioca con registrazioni fuori campo e grotteschi giochi di pitch con nonchalance. Non mancano attimi più quieti come in "The Champ" (nonostante il finale spiazzante). Improvvisi e piacevoli risvegli electro-pop (Pocket Of Rainbow$s). Morirà mai questo genere nato con i primi sintetizzatori? Ascoltando la musica odierna direi proprio di no. In "Scent Of Wilder" si raggiunge uno dei momenti di massima bellezza di questo album. Melodia e ispirazione, un breve pezzo di flauto ritagliato su misura e un finale che sorride ai Radiohead di "Amnesiac". C'è pure lo spazio per uno space-electro-folk dai bassi viscerali in "100mph Libber". "Tonic of wilderness" contiene nove tracce convincenti che molte volte rimandano a cose già sentite ma che con l'aiuto dei guizzi creativi di Jack Goldstein riescono a illuminarsi di una luce propria. Piacevole.
Artist: Jack Goldstein (SC)
Title: Tonic of wilderness
Label: self released
Style: experimental-pop
Date: August 10, 2015
Variegato e beffardo, "Tonic of wilderness" del musicista londinese Jack Goldstein si apre con l'esplosiva "Thuggery Bisque", un rap-lo-fi-rock tutto al femminile che si mescola dopo poco più di due minuti ad un electro-rap sussurrato, fortemente odorante eighties, con tanto di ritornello accattivante da lungomare in auto cabriolet e finale orchestrale (Try 2 Love). Alla terza traccia mi rendo conto che la noia non intaccherà sicuramente l'ascolto di "Tonic of wilderness", vista la freschezza e la diversità di stili che caratterizzano questo album, che strizza l'occhio al pop con coscienza e lucidità. "Ronnie James Dio Blues" mi conquista sin dal primo ascolto, con l'andatura del ritornello che mi riporta ad una lontana e celebre chiamata di Londra datata 1979. Jack Goldstein gioca con registrazioni fuori campo e grotteschi giochi di pitch con nonchalance. Non mancano attimi più quieti come in "The Champ" (nonostante il finale spiazzante). Improvvisi e piacevoli risvegli electro-pop (Pocket Of Rainbow$s). Morirà mai questo genere nato con i primi sintetizzatori? Ascoltando la musica odierna direi proprio di no. In "Scent Of Wilder" si raggiunge uno dei momenti di massima bellezza di questo album. Melodia e ispirazione, un breve pezzo di flauto ritagliato su misura e un finale che sorride ai Radiohead di "Amnesiac". C'è pure lo spazio per uno space-electro-folk dai bassi viscerali in "100mph Libber". "Tonic of wilderness" contiene nove tracce convincenti che molte volte rimandano a cose già sentite ma che con l'aiuto dei guizzi creativi di Jack Goldstein riescono a illuminarsi di una luce propria. Piacevole.
Jack Goldstein |
Artist: Jack Goldstein (SC)
Title: Tonic of wilderness
Label: self released
Style: experimental-pop
Date: August 10, 2015
Monday, 10 August 2015
Vaga-lume - "Vaga-lume EP" (Bestiar Netlabel 129)
This album has been recorded and mixed in London by ourselves during March and July 2015. All tracks recorded at Kingston University except “Yermo II” and “Parece Vela (Baño)”, which was made in our bathroom. All of the songs composed by Vaga-lume except the saxophone solo in “Jab”, composed and played by Dudú Bongo. Many environmental sounds that are blended with the music have been recorded with our Zoom H2N tape recorder.
Picture of the cover by Julia Campins and designed by Ferran Avila. (text from release page)
Sono bastati sei mesi e tre album per far entrare Max Feriche nella rosa dei miei musicisti preferiti. E così, dopo due album pubblicati sotto il nome di Cuarto ecco arrivare il nuovo progetto firmato Vaga-lume in compagnia del batterista Javi Carles. Post rock? Non solo. Le disparità ritmiche qui presenti e i diversi giochi tematici rendono questo "Vaga-lume EP" estremamente vario e appetitoso. "Emerald" potrebbe essere l'esempio più rappresentativo. La precisione esecutiva e la qualità sonora non sembrano essere la prerogativa dei due musicisti che appaiono più intenti a perdersi nelle larghe e ondulate atmosfere delle proprie variegate composizioni. Se cercate qualcosa di veramente prezioso lo potete trovare in "Jab". L'innocente grinta della giovane età shakerata con una buona dose di ascolti provenienti dal passato prossimo e remoto. "Set Grans" rimuove anche quel poco di polvere grunge anni 90 rimasta a terra. "Vaga-lume EP" odora di gioventù accaldata e sudata, che ha dimenticato il cellulare a casa e se n'è accorta due giorni dopo. Giovane energia positiva concentrata in sette tracce che chiedono di essere riascoltate al primo sopraggiungere del silenzio.
Artist: Vaga-lume (FB)
Title: Vaga-lume EP
Label: Bestiar Netlabel
Style: post-rock, math-rock
Date: July 22, 2015
Picture of the cover by Julia Campins and designed by Ferran Avila. (text from release page)
Sono bastati sei mesi e tre album per far entrare Max Feriche nella rosa dei miei musicisti preferiti. E così, dopo due album pubblicati sotto il nome di Cuarto ecco arrivare il nuovo progetto firmato Vaga-lume in compagnia del batterista Javi Carles. Post rock? Non solo. Le disparità ritmiche qui presenti e i diversi giochi tematici rendono questo "Vaga-lume EP" estremamente vario e appetitoso. "Emerald" potrebbe essere l'esempio più rappresentativo. La precisione esecutiva e la qualità sonora non sembrano essere la prerogativa dei due musicisti che appaiono più intenti a perdersi nelle larghe e ondulate atmosfere delle proprie variegate composizioni. Se cercate qualcosa di veramente prezioso lo potete trovare in "Jab". L'innocente grinta della giovane età shakerata con una buona dose di ascolti provenienti dal passato prossimo e remoto. "Set Grans" rimuove anche quel poco di polvere grunge anni 90 rimasta a terra. "Vaga-lume EP" odora di gioventù accaldata e sudata, che ha dimenticato il cellulare a casa e se n'è accorta due giorni dopo. Giovane energia positiva concentrata in sette tracce che chiedono di essere riascoltate al primo sopraggiungere del silenzio.
VAGA-LUME: Max Feriche/Javi Carles |
Artist: Vaga-lume (FB)
Title: Vaga-lume EP
Label: Bestiar Netlabel
Style: post-rock, math-rock
Date: July 22, 2015
Sunday, 19 July 2015
Various Artists - "La bèl pop" (La bèl 030)
"This year La bèl will turn 5 years old and we wanted to celebrate its birthday by publishing a La bèl compilation with all the artists that collaborated with us during these years. The idea is to ask each one of their for a "pop" track, leaving complete freedom to their personal interpretation of this word. We think this would be a nice idea, since hardly any of their works within the 'pop' scene. "La bèl pop" (fifth anniversary compilation) is the final outcome of this experiment. This compilation is published to coincide with the first Netlabel Day." (text from release page)
La bèl pop inganna. Inizia con (forse) il brano più pop di questa compilation celebrativa per i 5 anni della label italiana, un mix 8 bit-pop firmato Mura/Coronas che potrebbe echeggiare tra le spiagge affollate di una massa finalmente liberata da standard musicali impressi da una tenera età. Ma non è così. E continua, coi finestrini aperti di un'auto che sfreccia sui soliti percorsi e che se ne frega di ciò che è stato e di ciò che sarà. Plusplus, una delle rappresentazioni del La bèl sound. Summerflug incantano nella loro morbida - freddezza germanica. Folktonica 2015. Madoka è un marchio. Potrei distinguerla tra centinaia di altri artisti. Una personalità fuori dal comune. N-qia spiazzano con un brano che profuma di jazz e che poi si accascia su un tappeto elettro-acustico su cui mi stenderei volentieri. Il Giappone è una fonte di artisti meravigliosi. Elisa Luu mi stravolge in questa successione di finte-vere chitarre che seguono un percorso emozionale a cui si aggiungono beat e dissonanze che colpiscono con leggere ed intime seduzioni. Blumm & Gille reinterpretano Baker con sensibile eleganza elettro-acustica. Seguono gli inglesi Red Trees che portano la compilation verso un punto più introspettivo a cui segue Neeva che con il suo breve brano tropical-acoustic-pop fa da spartiacque verso la zona meno pop di La bèl pop, ma non per questo meno interessante. Da questo punto arrivano i brani più sperimentali, che forse con il pop hanno una parentela molto più lontana. André D. & Frank Wilke regalano 3 minuti di beat stropicciato in cui la tromba di Wilke si diverte sulle note del basso giocosamente ostinato di André D. Di Bos ripropone uno dei suoi sound collage più vicini alla parola pop. Adriano Orrù incanta con due bassi e basta. Poesia. E più si procede e più si perde il concetto della compilation...ma non è un dispiacere. Perché ciò che arriva da Pasini e Pillia è gioia per l'ascolto. Sensibilità e condivisione di sentimenti musicali. Lo stesso vale per Soni Sfardati, anche se distribuito su una dimensione più prog-rock-jazz. 8 minuti possono sembrare tanti ma in questo caso è orgasmo controllato (musicalmente). Il feeling che anima la coppia Cassia- Quinci traspira ovunque. Anche Medo's Little Trap non scherza con 7 minuti che toccano ambienti classici - world - prog- elettronici con sensibilità ed eleganza. Menion conclude questo piacere uditivo con probabilmente il brano più toccante e profondo della compilation dove oramai la parola pop è un ricordo lontano. Ma ciò che rimane, dopo un'ora abbondante di musica, è un buon sapore...un bèl sapore.
Artist: Various
Title: La bèl pop
Label: La bèl
Style: electro-acoustic, pop, various
Date: July 14, 2015
La bèl pop inganna. Inizia con (forse) il brano più pop di questa compilation celebrativa per i 5 anni della label italiana, un mix 8 bit-pop firmato Mura/Coronas che potrebbe echeggiare tra le spiagge affollate di una massa finalmente liberata da standard musicali impressi da una tenera età. Ma non è così. E continua, coi finestrini aperti di un'auto che sfreccia sui soliti percorsi e che se ne frega di ciò che è stato e di ciò che sarà. Plusplus, una delle rappresentazioni del La bèl sound. Summerflug incantano nella loro morbida - freddezza germanica. Folktonica 2015. Madoka è un marchio. Potrei distinguerla tra centinaia di altri artisti. Una personalità fuori dal comune. N-qia spiazzano con un brano che profuma di jazz e che poi si accascia su un tappeto elettro-acustico su cui mi stenderei volentieri. Il Giappone è una fonte di artisti meravigliosi. Elisa Luu mi stravolge in questa successione di finte-vere chitarre che seguono un percorso emozionale a cui si aggiungono beat e dissonanze che colpiscono con leggere ed intime seduzioni. Blumm & Gille reinterpretano Baker con sensibile eleganza elettro-acustica. Seguono gli inglesi Red Trees che portano la compilation verso un punto più introspettivo a cui segue Neeva che con il suo breve brano tropical-acoustic-pop fa da spartiacque verso la zona meno pop di La bèl pop, ma non per questo meno interessante. Da questo punto arrivano i brani più sperimentali, che forse con il pop hanno una parentela molto più lontana. André D. & Frank Wilke regalano 3 minuti di beat stropicciato in cui la tromba di Wilke si diverte sulle note del basso giocosamente ostinato di André D. Di Bos ripropone uno dei suoi sound collage più vicini alla parola pop. Adriano Orrù incanta con due bassi e basta. Poesia. E più si procede e più si perde il concetto della compilation...ma non è un dispiacere. Perché ciò che arriva da Pasini e Pillia è gioia per l'ascolto. Sensibilità e condivisione di sentimenti musicali. Lo stesso vale per Soni Sfardati, anche se distribuito su una dimensione più prog-rock-jazz. 8 minuti possono sembrare tanti ma in questo caso è orgasmo controllato (musicalmente). Il feeling che anima la coppia Cassia- Quinci traspira ovunque. Anche Medo's Little Trap non scherza con 7 minuti che toccano ambienti classici - world - prog- elettronici con sensibilità ed eleganza. Menion conclude questo piacere uditivo con probabilmente il brano più toccante e profondo della compilation dove oramai la parola pop è un ricordo lontano. Ma ciò che rimane, dopo un'ora abbondante di musica, è un buon sapore...un bèl sapore.
Artist: Various
Title: La bèl pop
Label: La bèl
Style: electro-acoustic, pop, various
Date: July 14, 2015
Thursday, 9 July 2015
Netlabel Day 2015
On July 14, every single netlabel around the world is invited to join us in the first Netlabel Day ever, and you can be part of this. A netlabel works on the Internet to let you know about the best independent music, and for supporting independent musicians from all over the world... So it is time to celebrate it! We are gonna release free and independent music in high quality format, thanks to our 80 participating labels from all around the world. Also, we have more than 13 unsigned and independent artists that will be releasing new and original stuff too, so there's a lot of free music coming!
Sono trascorsi 20 anni dalla creazione del formato mp3 e dalla conseguente nascita delle prime netlabels, ma solo ora, anno 2015, quando alcuni oramai pensano che sia giunta al termine anche la loro era (in preda ad entusiasmi streaming del tutto ragionevoli), Manuel Silva (fondatore della cilena M.I.S.T. Records) si inventa il primo Netlabel Day, raggruppando 80 netlabels da tutto il mondo e 13 artisti indipendenti e ricevendo l'appoggio e la benedizione dai più grandi colossi della Creative Commons Culture (due tra tutti Internet Archive e Free Music Archive). Un'idea che molto probabilmente sarà venuta in mente a molti altri curatori di netlabels ma che solo lui coraggiosamente ha saputo attuare e che sta portando avanti con impegno fino (e spero oltre) la fatidica data del 14 Luglio 2015. Sono molto felice che Manuel sia arrivato a questo primo risultato sebbene 80 netlabels siano una briciola all'interno di questo universo in continua mutazione (solo in Italia se ne contano quasi un centinaio, descritte in questa mappa ideata da Ephedrina netlabel). Molte netlabels della prima ora sono scomparse, nuove ne sono nate, altre nascono e dopo due rilasci scompaiono. Tutto questo perchè molto probabilmente nel mondo delle netlabels non circola denaro (e se circola, pochissimo, quello che basta per pagarsi il dominio e qualche edizione limitata in formato CD). Tutto si appoggia sulla passione per la musica dei loro curatori, che occupano gratuitamente il loro tempo divulgando le opere di artisti semi-sconosciuti e il più delle volte meritevoli, che difficilmente troverebbero uno sbocco nel caos che regna in internet. Non che le netlabels rendano questi artisti famosi, ma nel loro piccolo cercano di far parlare di loro attraverso i social o attraverso le varie reviews di siti specializzati o blog (a volte altrettanto semi-sconosciuti). Continuo a pensare che le netlabels siano filtri indispensabili al giorno d'oggi. Io stesso mi appoggio a loro per la ricerca di nuova musica da ascoltare e sono fermamente convinto che alcune di loro abbiano un livello qualitativo delle loro proposte molto alto e che nulla hanno da invidiare alle etichette tradizionali. E per chi pensa che free sia sinonimo di bassa qualità è meglio che dopo quasi vent'anni di produzioni netlabels si ricreda (basta sfogliare tra le pagine di cinque anni di NetMusic Life per trovare degli album eccezionali). Le licenze Creative Commons sono la nuova cultura, fatta per la libera circolazione delle idee e delle opere (che intanto circolano ugualmente, ma illegalmente). Quindi lunga vita alle netlabels e buona fortuna al primo Netlabel Day!
Netlabel Day
Sono trascorsi 20 anni dalla creazione del formato mp3 e dalla conseguente nascita delle prime netlabels, ma solo ora, anno 2015, quando alcuni oramai pensano che sia giunta al termine anche la loro era (in preda ad entusiasmi streaming del tutto ragionevoli), Manuel Silva (fondatore della cilena M.I.S.T. Records) si inventa il primo Netlabel Day, raggruppando 80 netlabels da tutto il mondo e 13 artisti indipendenti e ricevendo l'appoggio e la benedizione dai più grandi colossi della Creative Commons Culture (due tra tutti Internet Archive e Free Music Archive). Un'idea che molto probabilmente sarà venuta in mente a molti altri curatori di netlabels ma che solo lui coraggiosamente ha saputo attuare e che sta portando avanti con impegno fino (e spero oltre) la fatidica data del 14 Luglio 2015. Sono molto felice che Manuel sia arrivato a questo primo risultato sebbene 80 netlabels siano una briciola all'interno di questo universo in continua mutazione (solo in Italia se ne contano quasi un centinaio, descritte in questa mappa ideata da Ephedrina netlabel). Molte netlabels della prima ora sono scomparse, nuove ne sono nate, altre nascono e dopo due rilasci scompaiono. Tutto questo perchè molto probabilmente nel mondo delle netlabels non circola denaro (e se circola, pochissimo, quello che basta per pagarsi il dominio e qualche edizione limitata in formato CD). Tutto si appoggia sulla passione per la musica dei loro curatori, che occupano gratuitamente il loro tempo divulgando le opere di artisti semi-sconosciuti e il più delle volte meritevoli, che difficilmente troverebbero uno sbocco nel caos che regna in internet. Non che le netlabels rendano questi artisti famosi, ma nel loro piccolo cercano di far parlare di loro attraverso i social o attraverso le varie reviews di siti specializzati o blog (a volte altrettanto semi-sconosciuti). Continuo a pensare che le netlabels siano filtri indispensabili al giorno d'oggi. Io stesso mi appoggio a loro per la ricerca di nuova musica da ascoltare e sono fermamente convinto che alcune di loro abbiano un livello qualitativo delle loro proposte molto alto e che nulla hanno da invidiare alle etichette tradizionali. E per chi pensa che free sia sinonimo di bassa qualità è meglio che dopo quasi vent'anni di produzioni netlabels si ricreda (basta sfogliare tra le pagine di cinque anni di NetMusic Life per trovare degli album eccezionali). Le licenze Creative Commons sono la nuova cultura, fatta per la libera circolazione delle idee e delle opere (che intanto circolano ugualmente, ma illegalmente). Quindi lunga vita alle netlabels e buona fortuna al primo Netlabel Day!
Netlabel Day
Saturday, 27 June 2015
Madoka Ogitani - "City" (self released)
Madoka Ogitani riparte da dove ci aveva lasciati, da quel piccolo capolavoro di semplicità intitolato "Take a walk", e va oltre. "City" sembra il perfetto proseguimento. Infatti nelle prime sei tracce si respira ancora l'aria di una natura gioiosa (Morning in the Garden), di risvegli primaverili, di insetti e animali impegnati in danze private. Playground continua lo stesso discorso regalando pura gioia con la sua semplice e armoniosa melodia. Madoka ha la capacità di raccontare radiose storie sopra ad un elementare arpeggio di pianoforte di quattro note. Serecret Shortcut sembra provenire da un programma televisivo per bambini con personaggi colorati in procinto di allestire un buffo circo. Ma lentamente l'atmosfera cambia dirigendosi verso il sound più introspettivo e sperimentale che caratterizzerà la seconda parte dell'album. Se le prime sei tracce sono il proseguimento della passeggiata naturalistica intrapresa in "Take a Walk", le restanti sei sono l'arrivo nella City che dà il titolo a questo nuovo lavoro della musicista giapponese. Ed è Slow bus ad accompagnarci per le vie di questa città immaginaria. Tra la veglia e il sogno, immersi in un'ingannevole nebbiolina che si dirada pian piano, lasciando scorgere le migliaia di luci di una città che non dorme. Luci che diventano linee, flash, riflessi e insensata dimostrazione di società avanzata. Under the ground sprigiona ciò che Madoka può essere quando va oltre. Cupo, ipnotico, viscerale, senza dubbio uno degli episodi migliori e più innovativi di City. Un album che più ascolto e più apprezzo e che consolida l'amore che nutro verso la musica composta da questa, a parer mio speciale, musicista giapponese. Non è in free download. Una rara eccezione per i contenuti di questo blog.
Artist: Madoka Ogitani (SC)
Title: City
Label: self released
Style: electro-acoustic, ambient, piano
Date: June 11, 2015
Madoka Ogitani |
Artist: Madoka Ogitani (SC)
Title: City
Label: self released
Style: electro-acoustic, ambient, piano
Date: June 11, 2015
Sunday, 14 June 2015
Cuarto – "Segundas Partes" (esc.rec. 49 / Bestiar 124)
"Cuarto is a solo project that fuses acoustic instrumentation with computer processing and sampling. Cuarto (Max Feriche) is from Barcelona, but recently moved to London, where he composed, recorded, mixed and mastered ‘Segundas Partes’. The composition, recording, editing and mixing of each song has been almost simultaneous, making it difficult to tell where one thing begins and the other one ends. The album has a warm, intricate and rich collage sound, occasionally slightly reminiscent of The Books in their early years. ‘Segundas Partes’ means ‘second parts’ or ‘sequels’. Cuarto’s first work was released on Bestiar, a netlabel from Barcelona. Bestiar also co-releases Segundas Partes." (Text from release page)
Favoloso gioco di ritagli e incastri, tra spezzoni di film, malinconici arpeggi di chitarra e ritmiche electro-latin. Dopo l'anteprima del delizioso video di "Los Nunca Necesarios Pliegues", ecco arrivare il nuovo album di Cuarto (Max Feriche). E la breve aspettativa non viene per niente delusa. Un suono moderno, pieno, decontestualizzante. Un Di Bos in versione spagnola, meno sperimentale e più solare o una versione di el sueño de la casa propia più acustica e melodica. Riferimenti sconosciuti improvvisati in alternativa ai "soliti" The Books. Un uso dell'elettronica responsabile, dosata magistralmente in modo da lasciare un buon sapore acustico in bocca, abilmente rilasciato dalle ipnotiche chitarre di Max Feriche. Un album che si accompagna bene per le imminenti serate estive, sdraiati in un prato a contemplare le stelle e a chiedersi per l'ennesima volta perchè. Altra piccola perla donata dall'olandese esc. rec. in copia con Bestiar.
Artist: Cuarto (FB)
Title: Segundas Partes
Label: esc.rec. / Bestiar netlabel
Style: electro-acoustic, sound-collage
Date: June 10, 2015
Los Nunca Necesarios Pliegues - Cuarto from Alejandra Smits on Vimeo.
Favoloso gioco di ritagli e incastri, tra spezzoni di film, malinconici arpeggi di chitarra e ritmiche electro-latin. Dopo l'anteprima del delizioso video di "Los Nunca Necesarios Pliegues", ecco arrivare il nuovo album di Cuarto (Max Feriche). E la breve aspettativa non viene per niente delusa. Un suono moderno, pieno, decontestualizzante. Un Di Bos in versione spagnola, meno sperimentale e più solare o una versione di el sueño de la casa propia più acustica e melodica. Riferimenti sconosciuti improvvisati in alternativa ai "soliti" The Books. Un uso dell'elettronica responsabile, dosata magistralmente in modo da lasciare un buon sapore acustico in bocca, abilmente rilasciato dalle ipnotiche chitarre di Max Feriche. Un album che si accompagna bene per le imminenti serate estive, sdraiati in un prato a contemplare le stelle e a chiedersi per l'ennesima volta perchè. Altra piccola perla donata dall'olandese esc. rec. in copia con Bestiar.
Cuarto (Max Feriche) |
Artist: Cuarto (FB)
Title: Segundas Partes
Label: esc.rec. / Bestiar netlabel
Style: electro-acoustic, sound-collage
Date: June 10, 2015
Los Nunca Necesarios Pliegues - Cuarto from Alejandra Smits on Vimeo.
Saturday, 6 June 2015
Lowercase Noises - "James" (self released)
"Lowercase Noises is the musical brainchild of Andy Othling, a multi-instrumentalist, producer and artist from Albuquerque, NM. All programming and composition on Lowercase Noises' albums are performed by Andy, with exception of the occasional guest musician or vocalist. Lowercase Noises was birthed out of a small college dorm with very basic recording gear, a slew of effects pedals and an electric guitar. As Andy’s passion for and interest in the recording/mixing process bloomed, along with his talent for producing, songs and styles emerged that built the framework for what Lowercase Noises is today." (Text from Lowercase Noise FB page)
Il lento movimento di un archetto assiste all'incontro di due sguardi impauriti ma lucidi di gioia e curiosità. Quella splendida sensazione di voler bene che riempie il torace. Dita che si cercano, si inseguono e si insegnano, accarezzando tasti e spalle appesantite da un presente ingrato. Quella volatile bellezza del non aspettarsi nulla in cambio eleva ad alti livelli un gioco esclusivo per intenditori. Sorrisi abbozzati che nascondono giovani paure ancora in fase di elaborazione. Lente costruzioni, quelle che cercano la bellezza di ogni singolo momento, evitando l'apnea incombente che vieta ai sensi il buon sapore del presente. Indirizzare il destino verso il bene non è un'operazione semplice ma gli inaspettati regali annullano ogni sforzo e fatica. Galleggiare sul desiderio, gioendo per le rarefatte parole che nulla dicono ma rivelano l'importanza della propria esistenza. Curare l'istinto. Scolpirlo e abbellirlo. Per poi ascoltarlo fidandosi completamente di lui.
Artist: Lowercase Noises
Title: James
Label: self released
Style: ambient, post-rock
Date: May 24, 2015
Il lento movimento di un archetto assiste all'incontro di due sguardi impauriti ma lucidi di gioia e curiosità. Quella splendida sensazione di voler bene che riempie il torace. Dita che si cercano, si inseguono e si insegnano, accarezzando tasti e spalle appesantite da un presente ingrato. Quella volatile bellezza del non aspettarsi nulla in cambio eleva ad alti livelli un gioco esclusivo per intenditori. Sorrisi abbozzati che nascondono giovani paure ancora in fase di elaborazione. Lente costruzioni, quelle che cercano la bellezza di ogni singolo momento, evitando l'apnea incombente che vieta ai sensi il buon sapore del presente. Indirizzare il destino verso il bene non è un'operazione semplice ma gli inaspettati regali annullano ogni sforzo e fatica. Galleggiare sul desiderio, gioendo per le rarefatte parole che nulla dicono ma rivelano l'importanza della propria esistenza. Curare l'istinto. Scolpirlo e abbellirlo. Per poi ascoltarlo fidandosi completamente di lui.
Lowercase Noises (Andy Othling) |
Artist: Lowercase Noises
Title: James
Label: self released
Style: ambient, post-rock
Date: May 24, 2015
Saturday, 9 May 2015
Red Trees - "Give Love" (La bèl 029)
“For the first time I let that love fully fill my heart. It felt pure and innocent. When I returned home I knew that everything had to change, and it did. ‘Give Love’ is not just a bunch of songs, it is some kind of alchemy. It is the best moments of my life and the reason that I can breathe again.” (Words from release page)
D'accordo. Niente di nuovo all'orizzonte. Aggeggi elettronici vietati all'ingresso. Cinque passi appoggiando la schiena lungo la parete del corridoio ed ecco...Red Trees. Due chitarre, due voci e una batteria lo-fi che ha l'unico scopo di abbracciare questo suono intimo e sincero. Sottili emozioni da cameretta. Timidi sguardi che si incontrano e si sfuggono, consapevoli di dover mantenere un segreto che non c'è. Quella calma che nasconde la certezza che un giorno tutto sarà colorato coi pastelli dei nostri piccoli desideri. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Tutto scorre infischiandosene delle nostre maledizioni, se ce ne sono. Tutto si modella secondo la nostra volontà. E' la scultura della vita. La leggerezza di una farfalla, l'amore che si percepisce in uno sguardo, il desiderio tenuto chiuso in una bottiglia che nel giorno perfetto si stapperà. E sarà gioia. La stessa gioia che regalano l'incertezza e l'attesa. Una breve intimità che rigenera sentimenti impigriti dall'incapacità di apprezzare ogni giorno tutta la bellezza che ci ruota intorno e dentro di noi.
Artist: Red Trees (FB)
Title: Give Love
Label: La bèl
Style: acoustic, folk, guitar
Date: May 02, 2015
D'accordo. Niente di nuovo all'orizzonte. Aggeggi elettronici vietati all'ingresso. Cinque passi appoggiando la schiena lungo la parete del corridoio ed ecco...Red Trees. Due chitarre, due voci e una batteria lo-fi che ha l'unico scopo di abbracciare questo suono intimo e sincero. Sottili emozioni da cameretta. Timidi sguardi che si incontrano e si sfuggono, consapevoli di dover mantenere un segreto che non c'è. Quella calma che nasconde la certezza che un giorno tutto sarà colorato coi pastelli dei nostri piccoli desideri. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Tutto scorre infischiandosene delle nostre maledizioni, se ce ne sono. Tutto si modella secondo la nostra volontà. E' la scultura della vita. La leggerezza di una farfalla, l'amore che si percepisce in uno sguardo, il desiderio tenuto chiuso in una bottiglia che nel giorno perfetto si stapperà. E sarà gioia. La stessa gioia che regalano l'incertezza e l'attesa. Una breve intimità che rigenera sentimenti impigriti dall'incapacità di apprezzare ogni giorno tutta la bellezza che ci ruota intorno e dentro di noi.
Red Trees |
Artist: Red Trees (FB)
Title: Give Love
Label: La bèl
Style: acoustic, folk, guitar
Date: May 02, 2015
Friday, 1 May 2015
SousLePont - In "EtLàC’EstQuoi” (self released)
SousLePont are characterised by their unusual instrumentation (trombone, marimba & accordion) and their original repertoire which
is mainly written for couple dances, but it doesn't end there! Recorded and mixed at Studios La Buissonne by Nicolas Baillard and Gérard de Haro between december 2014 and march 2015.
The musical arrangements galvanise interactions amongst dancers and are pefectly suited for dance workshops.
Guillaume Viala : Marimba
Léa Lachat : Accordion
Raphaël André : Trombone
Graphism : Rob Taylor
Musica senza tempo, eseguita impeccabilmente. Spartiti scritti a mano, scarabocchi, cancellature. Musica fatta per danzare, dicono loro. Ma qui c'è tanto di più. C'è una tradizione folkloristica europea rivisitata originalmente e con grande stile, utilizzando strumenti inusuali. C'è freschezza e fantasia compositiva e il folk è solamente un bel vestito indossato per l'occasione. Ascoltate "ScottishDuBateleur" e fatemi sapere. Mi chiedo come mai nessun regista non ha mai pensato a loro. Ci si potrebbe costruire un film partendo solamente dalla musica. In "EtLàC’EstQuoi” si può incontrare di tutto, divertendosi anche molto. "Gromasio", l'ultima traccia, ne è la dimostrazione. I Mr. Bungle trasformati in un cartoon d'altri tempi. Unico. Ed è meraviglioso leggere queste parole nel sito della band: "Tutta la musica di SousLePont è distribuita con licenza libera Creative Commons by-nc-sa per promuovere il riutilizzo e il libero flusso."Libero" non significa gratuito, ma comporta un diverso rapporto tra il creatore e il pubblico."
Artist: SousLePont
Title: EtLàC’EstQuoi
Label: self released
Style: acoustic, folk, world
Date: March 10, 2015
is mainly written for couple dances, but it doesn't end there! Recorded and mixed at Studios La Buissonne by Nicolas Baillard and Gérard de Haro between december 2014 and march 2015.
The musical arrangements galvanise interactions amongst dancers and are pefectly suited for dance workshops.
Guillaume Viala : Marimba
Léa Lachat : Accordion
Raphaël André : Trombone
Graphism : Rob Taylor
Musica senza tempo, eseguita impeccabilmente. Spartiti scritti a mano, scarabocchi, cancellature. Musica fatta per danzare, dicono loro. Ma qui c'è tanto di più. C'è una tradizione folkloristica europea rivisitata originalmente e con grande stile, utilizzando strumenti inusuali. C'è freschezza e fantasia compositiva e il folk è solamente un bel vestito indossato per l'occasione. Ascoltate "ScottishDuBateleur" e fatemi sapere. Mi chiedo come mai nessun regista non ha mai pensato a loro. Ci si potrebbe costruire un film partendo solamente dalla musica. In "EtLàC’EstQuoi” si può incontrare di tutto, divertendosi anche molto. "Gromasio", l'ultima traccia, ne è la dimostrazione. I Mr. Bungle trasformati in un cartoon d'altri tempi. Unico. Ed è meraviglioso leggere queste parole nel sito della band: "Tutta la musica di SousLePont è distribuita con licenza libera Creative Commons by-nc-sa per promuovere il riutilizzo e il libero flusso."Libero" non significa gratuito, ma comporta un diverso rapporto tra il creatore e il pubblico."
Artist: SousLePont
Title: EtLàC’EstQuoi
Label: self released
Style: acoustic, folk, world
Date: March 10, 2015
Friday, 17 April 2015
Moon > Sun - "Extended Play" (Little League Records 088)
"Moon>Sun was initially the solo project of Isaac Ashby, who, when he's not making music, is making music. Originally known for his work in the UK punk and emo revival scene with Cøllege and HEY, JONI, Ashby has proudly unveiled his alter ego: Moon>Sun, an expressive, experimental electronic project. Blossoming into a diversely influenced four-piece, Moon>Sun shape punk-influenced electronica from bitcrushed beats, and smooth synthlines. This EP is their debut release and is filled with off-kilter pop sounds, lush synth-work and jittering drum programming. The music culminates into a confidently unique debut that will be filling your iPod for weeks to come." (Words from release page)
Si, con una veduta molto ampia questo "Extended Play" di Moon > Sun potrebbe considerarsi pop, con qualche decennio di evoluzione sulle spalle. Beat spiazzanti, che sembrano essere in continuo ritardo, appoggiati su fruscii causati da oggetti ruvidi e raschianti. Una visione del ritmo tutta personale e accattivante. "Norway" è materia lisergica, pulviscolo stellare che vuole prendere le sembianze di una pop-song, inciampando piacevolmente su un ritmo ubriaco e tastiere in acido. "Over" è punk-electronic-pop 2025. O Isaac Ashby è avanti di qualche anno o è solamente un pazzo in preda ad uno sfogo creativo unico e irripetibile. Mi viene in mente la genialità di un Prince dei tempi migliori. MTR, ultima traccia di "Extended Play" raggiunge a mio parere l'apice di questa gustosa ed elettrizzante creatività. Una delle migliori cose che mi sono giunte alle orecchie in questi ultimi mesi. Questa è pop-music in uno stadio avanzato. Materia originale che potrebbe influenzare senza dubbio qualche musicista elettronico (e non solo) in crisi d'identità.
Artist: Moon > Sun (FB)
Title: Extended Play
Label: Little League Records
Style: electronica, experimental-pop
Date: April 08, 2015
Si, con una veduta molto ampia questo "Extended Play" di Moon > Sun potrebbe considerarsi pop, con qualche decennio di evoluzione sulle spalle. Beat spiazzanti, che sembrano essere in continuo ritardo, appoggiati su fruscii causati da oggetti ruvidi e raschianti. Una visione del ritmo tutta personale e accattivante. "Norway" è materia lisergica, pulviscolo stellare che vuole prendere le sembianze di una pop-song, inciampando piacevolmente su un ritmo ubriaco e tastiere in acido. "Over" è punk-electronic-pop 2025. O Isaac Ashby è avanti di qualche anno o è solamente un pazzo in preda ad uno sfogo creativo unico e irripetibile. Mi viene in mente la genialità di un Prince dei tempi migliori. MTR, ultima traccia di "Extended Play" raggiunge a mio parere l'apice di questa gustosa ed elettrizzante creatività. Una delle migliori cose che mi sono giunte alle orecchie in questi ultimi mesi. Questa è pop-music in uno stadio avanzato. Materia originale che potrebbe influenzare senza dubbio qualche musicista elettronico (e non solo) in crisi d'identità.
Artist: Moon > Sun (FB)
Title: Extended Play
Label: Little League Records
Style: electronica, experimental-pop
Date: April 08, 2015
Saturday, 11 April 2015
Andrew Cosentino - "Country Western Star" (blocsonic)
Written, produced & performed by
Andrew Cosentino.
About "Country Western Star":
Title: I named it Country Western Star as an homage to Taylor Swift, who’s album “Fearless” was one of my biggest inspirations.
Overview: I recorded this EP in my apartment over four months in Beijing. It’s dedicated to a girl (who’s not Taylor Swift).
The Robe: The photo used for the cover was one I took of a sculpture my grandma made, wearing my robe. It’s the robe I recorded much of the album in, so it seemed appropriate and kinda funny.
(Words from PDF Booklet)
L'idea del owner/founder di blocsonic Michael Gregoire di unire i due album di Andrew Cosentino ( Country Western Star e Beats For Shadowball del 2013) può essere originale e trarre spunti x un confronto ma personalmente trovo senza dubbio più interessante l'ultimo lavoro. Già da i primi secondi si assapora un profumo di melting-pot che accompagnerà l'intero album. Tra echi ambient, fields recordings, elettronica e hip-hop. Sonorità che sembrano provenire da un risveglio precoce di una breve nottata colma di sogni disturbanti. Hip-hop onirico, come se inconsciamente ci si volesse allontanare da ciò che ha riempito le giornate del recente passato. Fioriscono chitarre e pianoforti su prati che osservano estasiati ragazze vestite di margherite e allegri volatili che cantano indisturbati. Andrew Cosentino può andare sicuramente oltre. La fantasia non gli manca e anche quella piccola dose visionaria che può rendere grande la musica. Anch'io come Michael sono curioso di ascoltare il prossimo lavoro di Cosentino perché qui ci sono tutte le basi x costruire un grande album.
Artist: Andrew Cosentino (SC)
Title: Country Western Star
Label: blocsonic
Style: hip-hop, electro-acoustic, field recordings
Date: April 03, 2015
Andrew Cosentino.
About "Country Western Star":
Title: I named it Country Western Star as an homage to Taylor Swift, who’s album “Fearless” was one of my biggest inspirations.
Overview: I recorded this EP in my apartment over four months in Beijing. It’s dedicated to a girl (who’s not Taylor Swift).
The Robe: The photo used for the cover was one I took of a sculpture my grandma made, wearing my robe. It’s the robe I recorded much of the album in, so it seemed appropriate and kinda funny.
(Words from PDF Booklet)
L'idea del owner/founder di blocsonic Michael Gregoire di unire i due album di Andrew Cosentino ( Country Western Star e Beats For Shadowball del 2013) può essere originale e trarre spunti x un confronto ma personalmente trovo senza dubbio più interessante l'ultimo lavoro. Già da i primi secondi si assapora un profumo di melting-pot che accompagnerà l'intero album. Tra echi ambient, fields recordings, elettronica e hip-hop. Sonorità che sembrano provenire da un risveglio precoce di una breve nottata colma di sogni disturbanti. Hip-hop onirico, come se inconsciamente ci si volesse allontanare da ciò che ha riempito le giornate del recente passato. Fioriscono chitarre e pianoforti su prati che osservano estasiati ragazze vestite di margherite e allegri volatili che cantano indisturbati. Andrew Cosentino può andare sicuramente oltre. La fantasia non gli manca e anche quella piccola dose visionaria che può rendere grande la musica. Anch'io come Michael sono curioso di ascoltare il prossimo lavoro di Cosentino perché qui ci sono tutte le basi x costruire un grande album.
Artist: Andrew Cosentino (SC)
Title: Country Western Star
Label: blocsonic
Style: hip-hop, electro-acoustic, field recordings
Date: April 03, 2015
Thursday, 2 April 2015
The Room - "Tomás!" (Bestiar Netlabel 120)
"The Room somos un dúo instrumental de guitarra y batería que podría englobarse dentro del post-rock de mediados de los 90 con influencias, también, del math-rock, el indie, el emocore 90's, el jazz o, incluso, sonidos más latinos. Somos de las mismas tripas de Torrelavega, Cantabria, y nos mueve la filosofía DIY.
Todos los temas han sido compuestos por The Room entre el 2011 y el 2013.
Grabado, mezclado y masterizado por Daniel Diego Cayón, "Papelillo", en El Cubil, Las Presillas, Cantabria, en febrero-marzo de 2014.
The Room somos:
Jaime Peña García (batería)
Adrián Alcorta Puente (guitarra)"
(Words from The Room Bandcamp page)
Forse un basso e qualche aggiunta di suoni alternativi darebbe un po' più di colore a "Tomás!" del duo spagnolo The Room, però sicuramente lo priverebbe della sua principale caratteristica. Otto tracce che si sviluppano sulle trame variegate della chitarra di Adrián Alcorta Puente, seguite con fedeltà e sano feeling dalla batteria di Jaime Peña García. Strutture mutevoli che giocano spesso su variazioni di dinamica, su ambienti colmi e ambienti vuoti, su scambi di mano tra arpeggi e distorsioni, su tempi dimezzati e raddoppiati, su casse in quattro e disparità ben nascoste, stacchi ben disegnati e micro-silenzi. Il tutto unito dalla meravigliosa sinergia che intercorre tra questi due musicisti di Torrelavega. Una maggiore varietà di colori ad un livello sonoro renderebbe ancora più saporito questo album che si fa comunque gustare con piacere nei sali-scendi delle sue giocose strutture.
Artist: The Room (FB)
Title: Tomás!
Label: Bestiar Netlabel
Style: instrumental, post-rock, math-rock
Date: March 29, 2015
Todos los temas han sido compuestos por The Room entre el 2011 y el 2013.
Grabado, mezclado y masterizado por Daniel Diego Cayón, "Papelillo", en El Cubil, Las Presillas, Cantabria, en febrero-marzo de 2014.
The Room somos:
Jaime Peña García (batería)
Adrián Alcorta Puente (guitarra)"
(Words from The Room Bandcamp page)
Forse un basso e qualche aggiunta di suoni alternativi darebbe un po' più di colore a "Tomás!" del duo spagnolo The Room, però sicuramente lo priverebbe della sua principale caratteristica. Otto tracce che si sviluppano sulle trame variegate della chitarra di Adrián Alcorta Puente, seguite con fedeltà e sano feeling dalla batteria di Jaime Peña García. Strutture mutevoli che giocano spesso su variazioni di dinamica, su ambienti colmi e ambienti vuoti, su scambi di mano tra arpeggi e distorsioni, su tempi dimezzati e raddoppiati, su casse in quattro e disparità ben nascoste, stacchi ben disegnati e micro-silenzi. Il tutto unito dalla meravigliosa sinergia che intercorre tra questi due musicisti di Torrelavega. Una maggiore varietà di colori ad un livello sonoro renderebbe ancora più saporito questo album che si fa comunque gustare con piacere nei sali-scendi delle sue giocose strutture.
Artist: The Room (FB)
Title: Tomás!
Label: Bestiar Netlabel
Style: instrumental, post-rock, math-rock
Date: March 29, 2015
Saturday, 28 March 2015
nobutaka daigo - ある一日。(otoginomori 006)
御伽の森レーベル主宰の文月だいごの小作品集。今までコンピなどで公開していた3曲をミックスし直し、描き下ろし2曲を追加した5曲入り。作者コメント : この作品は、自分にとって、とりとめのない日記のようなものである。日々訪れては去っていく時間や日常の風景を切り取って、忘れないように書き留めた。誰に見せるでもない雑記である。今 日 も 、 明 日 も 、 明 後 日 も 、 毎 日 続 く 、 「 あ る 一 日 。 」(Words from release page)
Ecco qua. Cinque brani che potrebbero collocarsi tranquillamente nei cataloghi Totokoko o La bèl. Invece a proporre ある一日。di nobutaka daigo è l'emergente otoginomori, label giapponese che sta conquistando le mie simpatie. Il suono si appoggia su quell'innocenza e semplicità elettro-acustica che sa far vibrare le corde della mia anima, se fosse un pianoforte. I primi due brani scorrono, leggeri, caratterizzati da un timido drumming elettronico che sorregge arpeggi di chitarra acustica accarezzati dalle classiche sonorità degli idiofoni che caratterizzano molta della musica elettro-acustica giapponese. Ma è sulla terza traccia, "ǃÇÒǴdžÇfl", che l'insieme inizia a fluire, nella disorganizzazione ritmica che mi conquista, fino all'incedere melodico d'archi, finto o vero che sia, ma così carezzevole, uscito da qualche scena piovosa di un film di qualche decennio fa. L'autentica bellezza della semplicità che i giapponesi molte volte sanno cogliere, senza cadere nelle mielosità che frequentemente caratterizzano certe produzioni occidentali. O le singolari stonature della prima parte di "kitan", cha invece sa poi aprirsi e volare leggera su verdi orizzonti incontaminati. Così, semplice, timido, forse innocuo, come può essere il destino di una vita qualunque.
Artist: nobutaka daigo (SC)
Title: ある一日
Label: otoginomori
Style: acoustic, electronic, instrumental
Date: March 21, 2015
Ecco qua. Cinque brani che potrebbero collocarsi tranquillamente nei cataloghi Totokoko o La bèl. Invece a proporre ある一日。di nobutaka daigo è l'emergente otoginomori, label giapponese che sta conquistando le mie simpatie. Il suono si appoggia su quell'innocenza e semplicità elettro-acustica che sa far vibrare le corde della mia anima, se fosse un pianoforte. I primi due brani scorrono, leggeri, caratterizzati da un timido drumming elettronico che sorregge arpeggi di chitarra acustica accarezzati dalle classiche sonorità degli idiofoni che caratterizzano molta della musica elettro-acustica giapponese. Ma è sulla terza traccia, "ǃÇÒǴdžÇfl", che l'insieme inizia a fluire, nella disorganizzazione ritmica che mi conquista, fino all'incedere melodico d'archi, finto o vero che sia, ma così carezzevole, uscito da qualche scena piovosa di un film di qualche decennio fa. L'autentica bellezza della semplicità che i giapponesi molte volte sanno cogliere, senza cadere nelle mielosità che frequentemente caratterizzano certe produzioni occidentali. O le singolari stonature della prima parte di "kitan", cha invece sa poi aprirsi e volare leggera su verdi orizzonti incontaminati. Così, semplice, timido, forse innocuo, come può essere il destino di una vita qualunque.
Artist: nobutaka daigo (SC)
Title: ある一日
Label: otoginomori
Style: acoustic, electronic, instrumental
Date: March 21, 2015
Wednesday, 25 March 2015
usual name - "Big Board Shake Dance" (Coreco Records 024)
Dentro a questo album del folle duo giapponese usual name c'è il possibile e l'impossibile. L'apertura mi trascina subito a mondi esplorati da Mr.Bungle, John Zorn et similia. Free jazz, schizofrenie ritmiche, stacchi e brusche riprese. Ma è solo l'inizio perché all'interno di "Big Board Shake Dance" c'è veramente di tutto. Dal noise all'improvvisazione, dal rock all'elettronica sperimentale. Dialoghi surreali e nevrotici tra batteria, basso e voce (resi ancora più surreali dalla mia incomprensione della lingua giapponese). Adoro il drumming e il suono della batteria di Nakamura Syuto. Giungono persino , tra le innumerevoli citazioni, volute o non volute, profumi zeppeliniani (queer love song). Si tocca anche il trascendentale, come nella scura e magmatica "cloud", a mio parere uno degli episodi più toccanti dell'album. Stropicciamenti elettro-ritmici sorridenti (I'm fucking dying) lasciano spazio a "brutal attack", 4 minuti di tribal-solo di batteria selvaggio e scatenato. Adorabile. Improvvisazioni semi - ubriache da cameretta, suonando qualsiasi cosa capiti x le mani. C'è un fondo di divertimento all'interno di "Big Board Shake Dance", provocato probabilmente dalla voglia di osare, di liberare energia e fantasia, fregandosene di ogni cosa, come in "Fuck your opinion", dove il titolo dice già tutto. Questo è il tipo di sperimentazione che mi piace. Energica, giocosa, irriverente e con la capacità di non prendersi troppo sul serio. Era da parecchio tempo che non mi capitava di ascoltare qualcosa di simile. Dopo l'ascolto di queste 15 tracce rimango frastornato ed estasiato. "Big Board Shake Dance" è un folle mercato della fantasia.
Artist: usual name
Title: Big Board Shake Dance
Label: Coreco Records
Style: alternative, impro, radical
Date: March 10, 2015
Artist: usual name
Title: Big Board Shake Dance
Label: Coreco Records
Style: alternative, impro, radical
Date: March 10, 2015
Sunday, 22 March 2015
Nic Bommarito - "A Quiet Age" (blocsonic 045)
Strati su strati. Sovrapposizioni senza confini. Giochi di loop che sono incantesimi per l'udito. Un cuoco di alta cucina musicale che sa dosare con estrema precisione ingredienti acustici ed elettronici. Otto brani che scivolano, che si mescolano all'aria che si sta respirando. Piccoli tasselli aggiunti accuratamente uno dopo l'altro fino a formare un'immagine, un'emozione, un sentimento. O forse un luogo in cui non si è mai stati e che solo la musica può fare immaginare. Non c'è innovazione in queste tracce, ma una sincera e costante bellezza che si mantiene viva durante l'ascolto di tutto l'album. Un'attenta cura dei particolari per ogni suono che entra e che esce, molte volte con timidezza e senza grandi presentazioni. C'è spazio per cullarsi su delicate onde ambientali e farsi accarezzare da semplici arpeggi di chitarra mentre gioiose note di glockenspiel danzano tra i neonati fiori di un prato primaverile. I brani di "A Quiet Age" superano tutti i 5 minuti, particolare che subito mi preoccupa lievemente, eppure, nonostante tutto, in questi spazi di tempo Nic Bommarito riesce a vuotare, riempire, trasformare, filtrare, mantenendo lontano il pericolo della noia. Ed inoltre riesce a mantenere un'omogeneità sonora invidiabile che dona all'album una personalità ben definita, elemento di non poco conto. Si sente che tutto poggia su ciclicità sequenziali ed è forse questo uno dei particolari che lasciano all'album un profumo vagamente retrò. Gli 11 minuti abbondanti di Apace non sono troppi perchè il viaggio che li accompagna è decisamente meritevole. "A quiet age" è instrumental-post-pop di prima classe con il biglietto gratuito.
Artist: Nic Bommarito
Title: A Quiet Age
Label: blocsonic
Style: instrumental-post-pop
Date: March 10, 2015
Saturday, 14 March 2015
Koji Maruyama - "isos" (totokoko 049)
"this album's main sound are piano.
please listen." (Totokoko)
Inconfondibile impronta totokoko. Come di consueto. Label che è capace di raccogliere nel suo catalogo le migliori sonorità acustiche provenienti dal Sol Levante. In questo caso il protagonista è Koji Maruyama, pianista giapponese e autore di una musica che si espande tra lievi dolcezze minimaliste e pompose impennate classicheggianti. Brevi valzer che sembrano uscire dalle ampie finestre di ville secolari. Concertini privati per ospiti speciali. Ma c'è anche tensione. Navi che lottano disperatamente le onde aggressive di mari in tempesta per poi ritrovarsi, dopo una notte inquieta, arenate in una spiaggia di finissima sabbia. Ci sono ispirati momenti di introspezione positiva, come nella superba "Land/welter", piccola perla di piano e reverse dispersi in crepuscolari anfratti dell'anima. Sali e scendi delicati, leggere escursioni sulle ali di un vento primaverile. Koji Maruyama abbonda di sensibilità musicale regalandomi venti minuti di assoluto piacere e una confezione di pace interiore da conservare per i giorni futuri.
Artist: Koji Maruyama (FB)
Title: isos
Label: totokoko
Style: piano, classical
Date: February 28, 2015
please listen." (Totokoko)
Inconfondibile impronta totokoko. Come di consueto. Label che è capace di raccogliere nel suo catalogo le migliori sonorità acustiche provenienti dal Sol Levante. In questo caso il protagonista è Koji Maruyama, pianista giapponese e autore di una musica che si espande tra lievi dolcezze minimaliste e pompose impennate classicheggianti. Brevi valzer che sembrano uscire dalle ampie finestre di ville secolari. Concertini privati per ospiti speciali. Ma c'è anche tensione. Navi che lottano disperatamente le onde aggressive di mari in tempesta per poi ritrovarsi, dopo una notte inquieta, arenate in una spiaggia di finissima sabbia. Ci sono ispirati momenti di introspezione positiva, come nella superba "Land/welter", piccola perla di piano e reverse dispersi in crepuscolari anfratti dell'anima. Sali e scendi delicati, leggere escursioni sulle ali di un vento primaverile. Koji Maruyama abbonda di sensibilità musicale regalandomi venti minuti di assoluto piacere e una confezione di pace interiore da conservare per i giorni futuri.
Artist: Koji Maruyama (FB)
Title: isos
Label: totokoko
Style: piano, classical
Date: February 28, 2015
Sunday, 8 March 2015
Microwolf – "You Better Go Now" (esc.rec.47)
"You Better Go Now was written, recorded and mixed at Microwolf’s home over a period of five years, using an acoustic guitar, a Casio keyboard, a banjitar, a snare drum, maracas, pots and pans, a Juno synthesizer and numerous other sounds and instruments, all processed through uninformed misuse of Logic Pro. The album was conceived during some rather intense years, in which, like the protagonist in Hangman, Microwolf was looking for people, places and things that would rescue him – eventually learning that he should have been looking for something else entirely. He likes to think all the songs in the album reflect on this theme one way or another." (Words from release page)
Cinque anni. Ne è sicuramente valsa la pena. Perchè "You Better Go Now", album scritto dall'olandese Benjamin van Vliet, alias Microwolf, è ricco, profondo, intenso. Un orgasmo di creatività acustica miscelata con estrema sensibilità ad elementi elettronici minimali. L'Africa è la prima immagine che mi compare davanti agli occhi. A partire dalle ritmiche, a cui susseguono i cori e la strumentazione adoperata. "The Microphones", prima traccia dell'album, può fare da guida a tutto quello che succederà durante il bel viaggio che accompagna l'ascolto di "You Better Go Now". Intrecci sonori che si mescolano creando colori che profumano di umanità intelligente e positiva. Beat elettronici che si rigirano tra le lenzuola che odorano del perfetto intreccio di due corpi che si amano. Sospensioni nel vuoto che si colmano delicatamente. L'imperfezione ritmica, giocosa e ricercata, mi fa innamorare di questo, a mio parere, concept album datato 2015. Un album che come inizia finisce. Un movimento acquatico. Un cerchio. Un loop. Tutto ritorna alla sua origine e si trasforma ad ogni nuovo ciclo. Un album che potrebbe trovarsi a proprio agio nel catalogo della Real World di Peter Gabriel. Invece è qui. esc.rec. Olanda. Label, o netlabel, oramai il confine si è dilatato. Chi non si arrende sopravvive, o probabilmente nel futuro vivrà, visto la qualità della musica proposta. (Non è free download. Raramente mi permetto queste divagazioni. Ma 5€ per un album simile sono pochi. Con 5€ mi compro 2 gelati in Italia. In questo album c'è arte raccolta in cinque anni di lavoro.) Messaggio per esc.rec. Apprezzo il tuo slogan: "Buy music. Support the creative. Feel good."
Artist: Microwolf
Title: You Better Go Now
Label: esc.rec.
Style: singer-songwriter, folk, acoustic, guitar, ethnic
Date: February 24, 2015
Saturday, 21 February 2015
Pharaoh Colour - "Synesthesia EP" (self released)
"Pharaoh Colour is James Humphrys
All songs written and engineered by James Humphrys in his cellar except track 3 written by Bombay Bicycle Club. Co-produced and co-mixed by James Humphrys and Ed Guillaume-Smith. Mastered by Ed Guillaume-Smith. All instruments by James Humphrys. Keys/synth tracks 2, 3 and 4 by Ed Guillaume Smith. Artwork, photography and graphic design by Maddalena Zadra." (Words from release page)
Il bel ragazzo inglese James Humphrys, già membro dei qui recensiti Wolf Choir, mi contatta su FB per farmi conoscere questo nuovo progetto solista uscito pochi mesi fa. Ispirato dalla lontananza che lo lega alla sua ragazza italiana, Synesthesia EP mi colpisce subito (e anche successivamente) per la brillantezza pop delle prime due tracce. Need to Know profuma di primavera, sorreggendosi su un mix di chitarre che leggere si scambiano accennati sorrisi tra arpeggi, echi e risposte. Cori adolescenziali, una melodia che si fa canticchiare e un piccolo poster degli Smiths vicino al comodino. Once Again è invece un amore a prima vista per quanto riguarda il discorso ritmico. Uno di quei brani che si possono ascoltare sotto diversi punti di vista, ritmicamente parlando. Anche in questo caso un sound chitarristico domina l'intera traccia con intrecci ritmici veramente gustosi e un ritornello spiazzante che mi ritrovo a cantare ancora dopo qualche ora. A me basterebbero anche solo queste due tracce. Ottimo lavoro. Non per originalità ma per un eccellente buon gusto pop.
Artist: Pharaoh Colour (SC)
Title: Synesthesia EP
Label: self released
Style: indie, pop
Date: November 29, 2014
All songs written and engineered by James Humphrys in his cellar except track 3 written by Bombay Bicycle Club. Co-produced and co-mixed by James Humphrys and Ed Guillaume-Smith. Mastered by Ed Guillaume-Smith. All instruments by James Humphrys. Keys/synth tracks 2, 3 and 4 by Ed Guillaume Smith. Artwork, photography and graphic design by Maddalena Zadra." (Words from release page)
Il bel ragazzo inglese James Humphrys, già membro dei qui recensiti Wolf Choir, mi contatta su FB per farmi conoscere questo nuovo progetto solista uscito pochi mesi fa. Ispirato dalla lontananza che lo lega alla sua ragazza italiana, Synesthesia EP mi colpisce subito (e anche successivamente) per la brillantezza pop delle prime due tracce. Need to Know profuma di primavera, sorreggendosi su un mix di chitarre che leggere si scambiano accennati sorrisi tra arpeggi, echi e risposte. Cori adolescenziali, una melodia che si fa canticchiare e un piccolo poster degli Smiths vicino al comodino. Once Again è invece un amore a prima vista per quanto riguarda il discorso ritmico. Uno di quei brani che si possono ascoltare sotto diversi punti di vista, ritmicamente parlando. Anche in questo caso un sound chitarristico domina l'intera traccia con intrecci ritmici veramente gustosi e un ritornello spiazzante che mi ritrovo a cantare ancora dopo qualche ora. A me basterebbero anche solo queste due tracce. Ottimo lavoro. Non per originalità ma per un eccellente buon gusto pop.
Title: Synesthesia EP
Label: self released
Style: indie, pop
Date: November 29, 2014
Saturday, 14 February 2015
noda yûki - "film d'hiver" (self released)
ancora giappone. ancora lievi arpeggi di chitarra. armoniche che accarezzano le membra. c’è pace. c’è quiete. c’è amore. c’è un netto distacco dalla frenesia odierna, indemoniata da ritmi vertiginosi di produzione e comunicazione. qui si sta bene. c'è la neve che rallenta il normale trascorrere del tempo. guarda la neve che scende ed insieme ascolta arle, se ne hai la possibilità. altrimenti puoi sempre immaginare. la sensibilità musicale di alcuni artisti giapponesi mi ha coinvolto oramai da diversi anni. che siano esploratori elettronici o, come in questo caso, semplicemente acustici. molte volte il loro approccio musicale profuma di innocenza e sincerità. apemst ne è un esempio. innocente bellezza. leggo new age nei tag della pagina bandcamp di noda yûki. completo: new age with soul.
Artist: noda yûki (SC)
Title: film d'hiver
Label: self released
Style: piano, guitar, acoustic, soundtrack
Date: December 30, 2014
Artist: noda yûki (SC)
Title: film d'hiver
Label: self released
Style: piano, guitar, acoustic, soundtrack
Date: December 30, 2014
Saturday, 7 February 2015
Madoka Ogitani – “Take a Walk” (La bèl 028)
The colors of spring. A piano, a delicate guitar arpeggio, a flute and tiny sounds. The beauty of simplicity. This is Madoka Ogitani. Five tracks to listen to while you’re taking a walk… (Words from release page)
La rinnovata luce della primavera che ad ogni suo tornare riaccende vibranti sentimenti oscurati dal letargo invernale. Rettilinei fasci di luce arredano una stanza di una scuola per l'infanzia con geometrie astratte. Strumenti musicali lasciati incustoditi per l'intimo piacere di un momento qualsiasi. Melodie elementari che rinfrescano lo spirito... ed è poco più di un attimo... un cauto risveglio...il sole che sorge... un rituale esaltante...uno sbatter d'ali che è uno schiaffo per l'aria sonnecchiosa della notte. Nuovi modelli di carillon adattati per il mattino sorridono sulle bancarelle di un mercatino di Tokyo. Tutto è respiro, tutto è luce in quella semplicità che è davanti a noi quotidianamente e che difficilmente percepiamo. Quel lieve desiderio di annusare il profumo di un alba giapponese. Ma tutto finisce con lo stesso delicato amore con cui questo piccolo album è iniziato.
Madoka ha realizzato un piccolo capolavoro di semplicità e naturalezza. Una musicalità fanciullesca. Bambini che saltellano gioiosi su prati da poco fioriti. Yes! Why don't we take a walk?
Artist: Madoka Ogitani
Title: Take a Walk
Label: La bèl
Style: piano, guitar, acoustic, soundtrack
Date: February 05, 2015
La rinnovata luce della primavera che ad ogni suo tornare riaccende vibranti sentimenti oscurati dal letargo invernale. Rettilinei fasci di luce arredano una stanza di una scuola per l'infanzia con geometrie astratte. Strumenti musicali lasciati incustoditi per l'intimo piacere di un momento qualsiasi. Melodie elementari che rinfrescano lo spirito... ed è poco più di un attimo... un cauto risveglio...il sole che sorge... un rituale esaltante...uno sbatter d'ali che è uno schiaffo per l'aria sonnecchiosa della notte. Nuovi modelli di carillon adattati per il mattino sorridono sulle bancarelle di un mercatino di Tokyo. Tutto è respiro, tutto è luce in quella semplicità che è davanti a noi quotidianamente e che difficilmente percepiamo. Quel lieve desiderio di annusare il profumo di un alba giapponese. Ma tutto finisce con lo stesso delicato amore con cui questo piccolo album è iniziato.
Madoka ha realizzato un piccolo capolavoro di semplicità e naturalezza. Una musicalità fanciullesca. Bambini che saltellano gioiosi su prati da poco fioriti. Yes! Why don't we take a walk?
Artist: Madoka Ogitani
Title: Take a Walk
Label: La bèl
Style: piano, guitar, acoustic, soundtrack
Date: February 05, 2015
Sunday, 1 February 2015
Cuarto - "Self-titled" (Bestiar Netlabel 113)
"This album compiles songs that have been composed, recorded and mixed in London between September and November of 2014, except song #10, which was recorded in Pelràs in December 2012. Song #1 was composed for the soundtrack of the documentary about the architect Oscar Tusquets Blanca. Songs #6, #7 and #8 were composed for my father's birthday.
Every sound in the album was made with guitar, except for vocals and the shaker in song #1.
Artwork and some vocals in song 7# by Mariona Valdés." (Words from release page)
Il futuro immaginato che rosicchia astutamente il presente. Scava dentro ad uno spazio gratuito ed illimitato di felicità. Il tempo che si sposta, che si nasconde, che si trasforma e che con lunga esperienza si prende gioco di ognuno di noi. Sinuoso e solitario serpente alla ricerca di vittime in deserti appassiti da esperimenti nucleari. Un sole perpendicolare che disidratata una solitudine permanente appena accennata. Impronte. Polvere che si alza creando nubi minacciose per instancabili formiche laboriose. Una vorticosa ciclicità mi scaraventa all'interno di sempre più ristrette riserve indiane. Una chitarra, pietre e ramoscelli di diverse dimensioni a scandire il tempo. Una vita inconsciamente guidata da primarie esigenze sessuali quotidianamente presenti. Delicate movenze, mani fredde sul collo. L'innocenza di dieci minuscole dita che sbottonano un bianco grembiule per sistemare dei pantaloni leggermente abbondanti. Mentre i seni mi guardano o sono io che timidamente guardo loro. Sono corpi schiacciati e sudati su carovane che attraversano un deserto assolato, tra polvere e terra e carezze sussurrate. Sono altri due occhi che nascondono in malo modo quella maledetta paura di sbagliare che ci perseguita. Liquido giallo che rende il sangue arancione, dilata con grazia sensi spesso in conflitto o altre volte intorpiditi da un presente a tinta unita.
Artist: Cuarto (FB)
Title: Self-titled
Label: Bestiar Netlabel
Style: guitar, acoustic, soundtrack
Date: January 24, 2015
Every sound in the album was made with guitar, except for vocals and the shaker in song #1.
Artwork and some vocals in song 7# by Mariona Valdés." (Words from release page)
Il futuro immaginato che rosicchia astutamente il presente. Scava dentro ad uno spazio gratuito ed illimitato di felicità. Il tempo che si sposta, che si nasconde, che si trasforma e che con lunga esperienza si prende gioco di ognuno di noi. Sinuoso e solitario serpente alla ricerca di vittime in deserti appassiti da esperimenti nucleari. Un sole perpendicolare che disidratata una solitudine permanente appena accennata. Impronte. Polvere che si alza creando nubi minacciose per instancabili formiche laboriose. Una vorticosa ciclicità mi scaraventa all'interno di sempre più ristrette riserve indiane. Una chitarra, pietre e ramoscelli di diverse dimensioni a scandire il tempo. Una vita inconsciamente guidata da primarie esigenze sessuali quotidianamente presenti. Delicate movenze, mani fredde sul collo. L'innocenza di dieci minuscole dita che sbottonano un bianco grembiule per sistemare dei pantaloni leggermente abbondanti. Mentre i seni mi guardano o sono io che timidamente guardo loro. Sono corpi schiacciati e sudati su carovane che attraversano un deserto assolato, tra polvere e terra e carezze sussurrate. Sono altri due occhi che nascondono in malo modo quella maledetta paura di sbagliare che ci perseguita. Liquido giallo che rende il sangue arancione, dilata con grazia sensi spesso in conflitto o altre volte intorpiditi da un presente a tinta unita.
Artist: Cuarto (FB)
Title: Self-titled
Label: Bestiar Netlabel
Style: guitar, acoustic, soundtrack
Date: January 24, 2015
Tuesday, 27 January 2015
Takuyoshi Fujiyama - "l[r]ight place" (Mayoware 176)
"This anthology was assembled to play by piano and violin in the nucleus, has become a high-purity music without limit. They are also excluded glittering and excessive electronic sound also beat by rhythm tracks in there, but even space of its elimination has been sound, has become a beautiful music lively and a life force, there is no waste of all. In particular, the first track "light place" even it is difficult to express in any words, making it the very strong beautiful masterpieces. Look what kind of views to people who listen to this music, or of having any kind of feelings, it is Very exciting one work." (Words from release page)
Pianeggianti distese accarezzate da un finto vento primaverile. Jane, Harvey, Holly e Michael si ritrovano dopo 22 anni a discutere (al centro di una spiaggia bluastra) di un possibile remake di "The piano". Noi, il più delle volte stretti e schiacciati in una vastità di spazi immensi e disturbati da un futuro sbriciolato da un risveglio sbagliato. Ma il suono avvicina, il suono ricompone. Amalgama anime ibernate da un inverno volontariamente troppo lungo. Si trasforma in goccia ritmica vibrante che scurisce (in un adagio), piccoli lembi di sabbia in solitudine forzata. Un ritorno obbligato, quello che una memoria gassosa quotidianamente ci proietta.
Artist: Takuyoshi Fujiyama
Title: l[r]ight place
Label: Mayoware
Style: classical, acoustic,
Date: December 29, 2014
Pianeggianti distese accarezzate da un finto vento primaverile. Jane, Harvey, Holly e Michael si ritrovano dopo 22 anni a discutere (al centro di una spiaggia bluastra) di un possibile remake di "The piano". Noi, il più delle volte stretti e schiacciati in una vastità di spazi immensi e disturbati da un futuro sbriciolato da un risveglio sbagliato. Ma il suono avvicina, il suono ricompone. Amalgama anime ibernate da un inverno volontariamente troppo lungo. Si trasforma in goccia ritmica vibrante che scurisce (in un adagio), piccoli lembi di sabbia in solitudine forzata. Un ritorno obbligato, quello che una memoria gassosa quotidianamente ci proietta.
Artist: Takuyoshi Fujiyama
Title: l[r]ight place
Label: Mayoware
Style: classical, acoustic,
Date: December 29, 2014
Sunday, 18 January 2015
Cock & Swan - "What Was Life?" (TAR021)
"Seattle based duo Cock & Swan have been crafting avant-garde analogue electronic compositions for about a decade from the confines of a secluded bunker turned make-shift studio. These highly detailed and emotionally moving pieces have gotten the attention of many respected publications, who have all exalted the group as one of the best experimental acts to come onto the indie scene in years." (Earmilk)
Gli elementi non variano ma la musica dei Cock & Swan continua a provocare alla mia psiche reazioni che si possono descrivere in due parole: rapimento e ipnosi. A mio parere una delle band più affascinanti uscite negli ultimi anni ma purtroppo ancora snobbata e sconosciuta da buona parte del mondo. Anche in questo nuovo ""What Was Life?", uscito per la losangelina TAR, il duo di Seattle incanta con sonorità che pescano un po' da certa elettronica eighties e dalle sperimentazioni bristoliane anni 90. Il tutto rielaborato con l'intensa personalità di Johnny Goss e Ola Hungerford. Ipnotici giochi di pan-pot, piccoli segmenti elettronici nascosti, i sussurri di Ola frullati negli effetti più disparati e quel lento e inconfondibile incedere ritmico fanno di questo breve "What Was Life?" un altro piccolo gioiello da aggiungere alla discografia di Cock & Swan.
Artist: Cock & Swan
Title: What Was Life?
Label: TAR
Style: electronic, psychedelic
Date: January 06, 2015
Gli elementi non variano ma la musica dei Cock & Swan continua a provocare alla mia psiche reazioni che si possono descrivere in due parole: rapimento e ipnosi. A mio parere una delle band più affascinanti uscite negli ultimi anni ma purtroppo ancora snobbata e sconosciuta da buona parte del mondo. Anche in questo nuovo ""What Was Life?", uscito per la losangelina TAR, il duo di Seattle incanta con sonorità che pescano un po' da certa elettronica eighties e dalle sperimentazioni bristoliane anni 90. Il tutto rielaborato con l'intensa personalità di Johnny Goss e Ola Hungerford. Ipnotici giochi di pan-pot, piccoli segmenti elettronici nascosti, i sussurri di Ola frullati negli effetti più disparati e quel lento e inconfondibile incedere ritmico fanno di questo breve "What Was Life?" un altro piccolo gioiello da aggiungere alla discografia di Cock & Swan.
Artist: Cock & Swan
Title: What Was Life?
Label: TAR
Style: electronic, psychedelic
Date: January 06, 2015
Sunday, 11 January 2015
Gillicuddy - "Up/Down" (self released)
Music and artwork by Gillicuddy.
Recorded, mixed and mastered at The Captain's Inn, Bochum.
Nulla di estremamente nuovo in casa Gillicuddy, ma è sempre piacevole lasciarsi trasportare dalle note della sua chitarra. Questa volta accompagnata anche da lievi note di piano (All Eventualities). Una dolce presenza per queste miti giornate invernali.
Artist: Gillicuddy
Title: Up/Down
Label: self released
Style: acoustic, guitar
Date: January 03, 2015
Recorded, mixed and mastered at The Captain's Inn, Bochum.
Nulla di estremamente nuovo in casa Gillicuddy, ma è sempre piacevole lasciarsi trasportare dalle note della sua chitarra. Questa volta accompagnata anche da lievi note di piano (All Eventualities). Una dolce presenza per queste miti giornate invernali.
Artist: Gillicuddy
Title: Up/Down
Label: self released
Style: acoustic, guitar
Date: January 03, 2015
Sunday, 4 January 2015
Various Artists - きつねび [otogi-004]
「きつねび」は大晦日にまつわる日本のお伽話の一つです。
江戸の王子稲荷には、大榎の下で毎年大晦日に関東八カ国からキツネが集まって狐火をともし、
その火で翌年の吉凶を占ったという言い伝えがあります。
この「きつねび」の曲ひとつひとつが来る年へ続く冬の夜道を照らしてくれることでしょう。
Pace. Serenità. Sono poche le parole che mi passano accanto durante l'ascolto di questa nuova compilation firmata otoginomori, fresca label giapponese giunta alla sua quarta release. Elementi elettronici ed acustici si uniscono nella classica spontaneità tutta giapponese (totokoko, Bunkai Kei, elementperspective, Mayoware), tra soffici ammiccamenti erotic-soft (Peeano) e gloriosi inni alla pace dal forte profumo orientale (satohyoh) e ispirati avvolgimenti sonori per tiepide notti insonni (AXVXA). Ho trascorso un po' di tempo ad ascoltare ciò che si propone nell'altra sponda, quella che si trova a metà strada tra questi luoghi e il mainstream, il tanto pompato panorama indie. A parte il fatto che le classifiche di fine anno sembrano per la maggior parte fatte con il copia-incolla, mi accorgo che c'è un problema. Se quasi tutti premiano l'ultimo album dei War on drugs come tra le cose migliori del 2014 c'è un grosso problema temporale, o di cultura musicale o di qualche potere occulto che si è impossessato anche della scena indie. Nulla di male, un buon album, ma siamo nel 2014 e magari ci si potrebbe aspettare qualche novità dalla musica. Non mi dilungo, la mia curiosità indie è per ora terminata e torno sui miei passi, cioè qui. E visto che きつねび è una fiaba giapponese dedicata al capodanno ricomincio da qui. Buon 2015.
Artist: Various
Title: きつねび [otogi-004]
Label: otoginomori
Style: acoustic, electronic
Date: December 31, 2014