Tuesday 15 February 2011

[trip.10] THE SPHERICAL MINDS - "transpheres"

Facendo un giro panoramico tra le mie netlabels preferite ho trovato questo affascinante album che distrattamente avevo trascurato circa un mese fa, al tempo della sua uscita. Si tratta di "transpheres" di THE SPHERICAL MINDS, rilasciato dalla belga Tripostal. Il progetto nasce in Francia nel 2001 dall'unione di Paul Chantereau, Valentin Chantereau, Mathieu Maestracci e Clement Vullion con l'intento di esplorare nuove sonorità unendo strumenti acustici quali violoncello e pianoforte ad atmosfere tipicamente trip-hop-dub. Il risultato di questo esperimento sono due album rilasciati rispettivamente nel 2003 ("De ira", Thundering Records) e nel 2005 ("Fern", Carte Postal Records). Così dopo sei anni di assenza ecco tornare queste menti sferiche ed intelligenti con 5 nuovi brani che riescono ad unire con seducente disinvoltura strutture progressive, componenti dub e ambient, post rock e ritmi latin senza mai esagerare e mantenendo il controllo su ogni elemento, donando all'album un'omogeneità ed un suono estremamente originali. L'apertura iniziale con la lunga suite "Fautless Coming Time" (12'), brano che sorvola su diverse atmosfere con struggenti cambi di dinamiche ed intensità, prepara l'ascoltatore per un fluente ed emozionante viaggio. La sinuosa "CoDA Music" sfiora sfumature dub sull'uso di effetti nella ritmica iniziale, che poco dopo divergono in profumi sudamericani appoggiando l'intera prima parte su di un meraviglioso dialogo di pianoforte, per terminare con una seconda parte che marcia su un incedere di basso moog con solo "sotterraneo" di chitarra e distorsioni ritmiche. The Spherical Minds possiedono una capacità di unire le diverse influenze che mi tenta ad usare un aggettivo che non adopero quasi mai: geniali. La commovente "Raising in the city"riesce a passare con naturale spigliatezza da un intro pop song francese primi anni 80 (ricordate Lio?) ad una malinconica melodia di pianoforte dal vago sapore post-rock rallentando con estrema semplicità l'andamento del brano per poi terminarlo coraggiosamente con due minuti di suono in loop in lenta dissolvenza. "Kokkola transition" cattura immediatamente con la sua seducente e sinuosa ritmica in 3/4, la voce femminile (in reverse? tagliata?) assolutamente fantastica e le distorsioni azzardate sul rullante (in un primo momento pensavo che mi si fossero fuse le cuffie) terminando poi con quattro minuti di puro dub teso e avanguardistico. "Life (vest) under your seat" riprende il discorso prog iniziato in apertura dell'album...10 minuti che spaziano tra scuro trip hop, delicati arpeggi di chitarra, pianoforti intimiditi ed elettronica dosata. The Spherical Minds non hanno paura di osare e regalano al mondo un album denso, creativo e completo. Una scatola magica in cui si può trovare tutto quello che si vuole. Grazie.


CoDA Music
Kokkola Transition

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                                                              The Spherical Minds

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