Un altro album di ottima qualità rilasciato da Acustronica. Si tratta di "Slowdrive" di Martin Lowack. Copertina ad effetto,macchina d'epoca rossa su sfondo B/N ed un'introduzione "thriller jazz" che lascia ben sperare. Mi colpiscono subito i suoni...nitidi,pimpanti,vaporosi. Il primo aggancio mentale mi riporta a Pat Metheny e gang (Lyle Mays,etc...),ma non mi lascio distrarre da queste frivolezze. I giochi ritmici,molto curati,dalla scelta dei campioni alla programmazione e all'effettistica sono uno dei particolari che apprezzo di più dell'intero album. Afferma Lowack che l'unico strumento di riferimento registrato è la sua chitarra elettrica. Bene,ottimo lavoro dietro tasti e leve allora...oltre ad un maturo senso della composizione,delle dinamiche e dei cambi d'ambientazione. I bassi sono quasi sempre dei bass-moog elettronici "cicciotti" che conferiscono all'intero lavoro quel profumo di jazz-fusion moderna che si respira un po' ovunque. La chitarra di Lowack,nei suoi vari interventi,è sempre ben presente con suono cristallino. Il 6/4 sinuoso di "Cool days" (fantastica manipolazione elettronica),gli innumerevoli lievi cambiamenti di "Slowdrive",il basso "mammutonico" di "Indian Summer" e le sue tablas accerchiate da ritmica elettronica ad alta variabilità sono tra le cose che apprezzo di più dell'intero lavoro. 15 brani (forse troppi?) per un album comunque di assoluta godibilità.
Acustronica
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Martin Lowack - Cool Days
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