Aspetti il vento che senti scivolare da lontano. La stesse barriere incolore che i soliti profili corporei ti erigono per propria difesa. Eppure la primavera è qui e si fa ascoltare in ogni suo senso. Le scelte sono scelte nel campo delle innumerevoli opportunità. Restare fermi è una scelta, a volte masochistica e a volte provocata dal timore di un’oscurità che basterebbe illuminare di luce propria. «Machines in Heaven» provoca una beata sicurezza situata all’interno dei suoi precisi contorni elettronici. Pop? Royksopp? Techno-pop? Ha ancora un senso?"bordersbreakdown" si reiventa ogni definizione appena scritta nel suo svilupparsi in un trama progressive galleggiante in un lago post-rock illuminato da boe elettroniche. Il caso sta con le spalle al muro nell’angolo più buio della stanza.
Due parole: elettronica consapevole.
Un consiglio: Talk Less, Say More
Artist: Machines in Heaven (FB)
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